«Non volevano farci del male, solo farci capire che non era accettabile perdere una serie contro l’Ambrì»
Seba Reuille e la tensione del derby: «Krister Cantoni, sullo scooter, che “andava” ed era inseguito dai tifosi».
LUGANO - Milletrentacinque match ufficiali in National League, tra regular season e playoff, sono un’enormità. Una vita intera dedicata all’hockey, contando poi pure gli anni trascorsi da direttore sportivo dei Rockets. Una vita fatta di emozioni, trionfi, cadute, gioie e dolori. E aneddoti. Come quelli di cui è piena la valigia di Sébastien Reuille. Una valigia che, ora che disco e ghiaccio li guarda da fuori, il 42enne ha aperto per noi.
«C’è il derby e sul derby avrei tante storie da raccontare - ha attaccato Seba - se ne devo scegliere una vado però sicuramente su quella relativa a quello del 2006. Al quarto di finale dei playoff. Abbiamo giocato per sei mesi molto bene, ma in gara-1 di post-season, in casa, abbiamo perso. E una… va bene. Poi siamo andati alla Valascia e abbiamo perso anche gara-2. A quel punto la situazione si è fatta tesa. Dopo quell’incontro, tornati a casa, abbiamo infatti trovato i tifosi ad aspettarci. Siamo arrivati con il pullman alla Resega… ed erano lì. Trenta, quaranta, cinquanta, non so di preciso quanti fossero, ma il tutto era impressionante. Siamo scesi e quelli che parlavano italiano sono andati a confrontarsi con loro: insomma, la situazione era abbastanza pesante. Tanto pesante che a un certo punto Larry Huras si è messo a urlare e litigare con quelle persone».
Uno con un carattere focoso…
«Che è poi durato poco: il giorno seguente, per tentare di cambiare la dinamica della serie, è infatti stato licenziato. È arrivato Kreis, anche se ha molto aiutato anche Zanatta, che era con noi da inizio stagione e conosceva al meglio la squadra».
Cambio coach e… nuova sconfitta.
«Normalmente finita la partita, segui il tuo solito rituale di cose da fare e poi vai a casa. In quell’occasione, dopo gara-3, siamo invece rimasti bloccati nello spogliatoio fino alla una del mattino. In seguito hanno dovuto chiamare degli agenti di sicurezza per farci da scorta. Per farci uscire. Il viale dietro la Resega era infatti completamente bloccato. Ricordo Krister Cantoni, sullo scooter, che “andava” ed era inseguito dai tifosi».
Da brividi.
«In realtà non volevano farci del male, solo farci capire quello che si aspettavano da noi. Dal loro punto di vista, non era accettabile perdere una serie contro l’Ambrì. La loro intenzione era insomma quella di motivarci, anche se sul momento quell’aggressività non l’avevamo esattamente presa bene».
Da gara-4, la svolta.
«Se ricordo bene, fino a quel punto non avevamo giocato male, semplicemente non eravamo riusciti a vincere. In gara-4, quella che ha poi fatto girare la serie, non abbiamo infatti fatto nulla di diverso rispetto all’incontro precedente».
Appunto, se Domenichelli alla fine…
«Avrebbe potuto chiudere la serie se non avesse sbagliato un gol facile poco prima del 60’. Invece abbiamo segnato noi all’overtime. Vauclair è rientrato dalla penalità, si è trovato lì davanti, è anche caduto, insomma in qualche modo il disco è entrato in porta (toccato da Du Bois). E quegli episodi ci hanno sbloccato, hanno cambiato tutto. Infatti, tranne un po’ in gara-5, non c’è più stata storia. In quei giorni ho vissuto emozioni molto forti. Mi hanno segnato così tanto che, davvero, ricordo tutto come fosse ieri».