La rivoluzione elettrica avanza. I produttori tradizionali di automobili si trovano attualmente in una posizione difficile. Abbiamo chiesto a Helen Hu, amministratrice delegata della filiale svizzera di Volvo, dal 2010 in mani cinesi, come vede il futuro della mobilità.
In breve
Intervista: Adrian Schräder
Signora Hu, nella nostra serie ci occuperemo del futuro della mobilità. Qual è la prospettiva di un produttore di automobili tradizionale come Volvo?
Helen Hu: Per noi di Volvo, il futuro della mobilità va al passo con quello del nostro marchio: sostenibile, sicuro ed elettrico. Applichiamo già oggi questi principi seguendo una delle strategie di sostenibilità più ambiziose del nostro settore. Dal 2030 offriremo solo veicoli completamente elettrici e siamo convinti che questa svolta verrà seguita da molti altri attori del settore nei prossimi anni. In futuro le persone avranno più soluzioni di mobilità ma le auto resteranno importanti e saranno ancora più interconnesse ad esempio con l’abitazione e il luogo di lavoro. Sono fermamente convinta che in futuro ricaricheremo le nostre auto elettriche con la stessa facilità e naturalezza con cui oggi ricarichiamo i nostri telefoni cellulari.
L’elettrico è il non plus ultra?
L’ONU ha reso chiaro che una mobilità priva di emissioni è la chiave per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050. In questo senso, siamo indubbiamente dell’opinione che le auto elettriche rappresentino il futuro e, da un certo punto di vista, questo futuro esiste già nel presente: i veicoli elettrici viaggiano senza produrre emissioni e possono essere facilmente integrati in un’infrastruttura energetica sostenibile. La trasformazione in un’impresa per la produzione di automobili completamente elettriche è quindi di vitale importanza non solo per la sostenibilità della nostra impresa ma anche per assicurarci un futuro di successo. Ma non ci accontentiamo: vogliamo eliminare ogni singola fonte di emissioni nella nostra catena di valore aggiunto. Volvo Cars diventerà un’impresa climaticamente neutrale entro il 2040.
Quanto sono sostenibili le batterie dal punto di vista di Volvo?
Da un lato è importante lo sviluppo ma dall’altro è vitale anche l’utilizzo: in collaborazione con Northvolt, abbiamo indirizzato il nostro centro di ricerca e sviluppo a Göteborg, la nostra città natale, verso una produzione sostenibile per le batterie. È un passo importante per ridurre l’impronta ecologica dei veicoli elettrici del futuro. Nonostante ciò, dobbiamo chiederci anche come utilizzare le batterie in modo sostenibile e a lungo termine. In questo ambito, come per molti altri materiali utilizzati, puntiamo sul concetto di economia circolare: una volta arrivate a fine vita, mettiamo a disposizione le batterie delle automobili per l’utilizzo come accumulatori di energia solare oppure per essere sfruttate in impianti idrici in Svezia per il cosiddetto servizio di «Fast Balancing» della rete elettrica. Poi c’è anche un terzo punto: l’estrazione delle risorse. Volvo è stata la prima casa automobilistica a sfruttare la tecnologia blockchain per seguire l’intera catena di produzione di cobalto, litio e nickel. Ciò significa che sappiamo da quale miniera provengono le materie prime utilizzate in tutte le nostre batterie.
Con quali altre forme di propulsione lavora Volvo? L’idrogeno è ancora considerato interessante?
Ci concentriamo sull’elettrificazione. Puntiamo a produrre i veicoli Volvo elettrici più affidabili, sostenibili e sicuri possibili.
Perché Volvo ha creato un nuovo marchio con Polestar invece di integrare coerentemente la flotta?
Polestar ha sviluppato un suo carattere e un suo approccio ai veicoli elettrici differente da quelli di Volvo. Questo ci permette, come unico complesso industriale, di rispondere alle necessità di differenti gruppi di consumatori e di ampliare la varietà nel nostro portafoglio globale.
Cosa fa Volvo per produrre le vetture in modo più sostenibile?
Come detto in precedenza, occorre mettere in discussione ogni singolo processo della nostra catena di produzione e valore aggiunto per renderle ancora più sostenibili, ossia per ridurre ulteriormente le emissioni. Lo stiamo facendo. Con la EX30 ci è riuscito piuttosto bene. È il nostro SUV più recente e il più piccolo finora: con meno di 30 tonnellate, è finora il veicolo con l’impronta di CO2 più ridotta di tutta la nostra flotta. Per fare un confronto: si tratta del 25 per cento in meno rispetto ad altri modelli completamente elettrici come l’XC40 e il C40 Recharge. Come ci siamo riusciti? L’EX30 viene prodotto ad esempio in uno stabilimento alimentato esclusivamente con energia climaticamente neutrale. È inoltre concepito per far sì che alla fine del suo ciclo di vita possa essere riutilizzato al 95 per cento: può trattarsi dei materiali riciclabili oppure dell’energia che può essere riottenuta dalle differenti parti che non possono essere riciclate.
Oltre alla plastica riciclata nei veicoli, ho letto uno studio di Pirelli che tratta dell’utilizzo di materiali rigenerabili per la fabbricazione di pneumatici. Com’è la situazione in questo settore?
Lo sviluppo di pneumatici a base di materiali rigenerabili è un settore promettente per la riduzione degli effetti sul clima causati dal settore della mobilità. Volvo lavora a stretto contatto con partner come Pirelli per studiare e sviluppare nuove soluzioni per gli pneumatici.
Pratico e attuale: vorrei spostarmi nel modo più sostenibile possibile, sono costretto a fare affidamento su un’automobile e dispongo di un budget medio svizzero. Cosa faccio?
Con la nuova Volvo EX30 abbiamo lanciato quello che finora è il nostro SUV elettrico più piccolo che, secondo la nostra opinione, è il modello migliore per entrare nel mondo della mobilità elettrica. Con un’autonomia di fino a 480 chilometri secondo la WLTP e i suoi elevati standard di sicurezza, la EX30 ha tutto ciò che serve per una soluzione di mobilità moderna, urbana e sostenibile.