La vergogna di volare farà presto parte del passato? L’impresa svizzera Synhelion lavora per trasformare l’energia solare in carburante. Di recente questa spin-off dell’ETH ha aperto il suo primo impianto industriale.
In breve:
Provate a immaginare di volare verso qualsiasi destinazione del mondo su un aereo con il sole nel serbatoio. L’impresa svizzera Synhelion lavora per rendere reale questa idea. Il loro carburante solare emette circa l‘85 in meno di CO2 rispetto al classico cherosene.
Gli svizzeri percorrono in media molti più chilometri in aereo rispetto ai loro vicini. Questa smania di viaggiare va a discapito dell‘ambiente: secondo il WWF, il traffico aereo è il maggiore responsabile delle emissioni di gas serra in Svizzera.
Carburante sostenibile a base di energia solare
Synhelion ha compiuto passi importanti verso il suo obiettivo: la start-up ha inaugurato a Jülich in Germania il primo impianto industriale al mondo per la produzione di carburante solare. Ne hanno parlato anche importanti media statunitensi come National Geographic e il CCO di Swiss nonché il ministro tedesco dei trasporti erano presenti sul posto per presenziare a questo momento storico.
All’interno dell’impianto sono installati innumerevoli specchi che riflettono la luce in una torre alta 20 metri. In cima alla torre, i raggi solari vengono raccolti e, tramite un complicato processo, trasformati in olio combustibile sintetico. Quest’ultimo viene quindi raffinato e trasformato in carburante per aerei o anche navi, camion e automobili.
«Abbiamo capovolto le basi del processo di combustione», spiega Carmen Murer a colloquio con 20 minuti. La combustione del cherosene, della benzina e del diesel genera calore che viene sfruttato per azionare il motore. Il processo genera gas di scarico contenente CO2 e vapore come sottoprodotto. «Nel nostro processo utilizziamo CO2 e vapore e aggiungiamo il calore dei raggi solari concentrati», spiega Murer. «Il sole fornisce così l’energia necessaria per produrre carburante liquido.»
Il prodotto è particolarmente interessante per l‘industria: l’olio combustibile sintetico di Synhelion può essere trasportato e lavorato con le stesse infrastrutture utilizzate per i combustibili fossili. Swiss si è già presentata come prima acquirente e numerose altre imprese si sono messe in fila per il prodotto.
Mini raffineria sul tetto dell’ETH
Da oltre un decennio, i ricercatori dell‘ETH lavorano all’idea di sfruttare l’energia solare per la produzione di carburante. Durante i suoi studi di bachelor all’ETH di Zurigo, Philipp Furler ha visitato il Paul Scherrer Institut insieme al suo docente Aldo Steinfeld. Un momento cruciale: ha potuto vedere un blocco di ceramica sciolto in pochi secondi da raggi solari concentrati. La ceramica fonde a una temperatura di circa 1000 gradi celsius.
«I suoi occhi si illuminano ancora oggi quando lo racconta», spiega Carmen Murer. In quel momento Furler ha deciso che si sarebbe dedicato alla ricerca sull’energia solare. Nel 2016 ha avviato un nuovo progetto in collaborazione con Gianluca Ambrosetti, attivo da tempo nell’industria solare. Nel 2018 da quel progetto nasce una spin-off dell’ETH. «E nel 2019 la cosa si è messa davvero in moto», spiega Carmen Murer. Sul tetto dell‘ETH è stata presentata la prima mini raffineria solare che dimostrava che il processo sviluppato aveva il potenziale per produrre molto, moltissimo carburante. La quantità prodotta ammontava già a quei tempi a un decilitro al giorno.
Una goccia nell’oceano?
C’è una parola che compare sempre quanto si parla con Synhelion: impatto. L’impianto inaugurato dalla start-up in giugno produce attualmente un paio di migliaia di litri di olio combustibile sintetico all’anno. Nel 2023, il traffico aereo commerciale ha consumato 291 miliardi di litri di carburante. Il lavoro di Synhelion è quindi solo una goccia nell’oceano? No, dichiara la portavoce Carmen Murer: «vogliamo avere un impatto reale.»
E prosegue: «il nostro obiettivo è coprire la metà del fabbisogno europeo di carburante sostenibile per il traffico aereo entro il 2040.» L’anno prossimo in Spagna verrà aperto il primo impianto commerciale che produrrà circa 1,25 milioni di litri di carburante all’anno. Altri impianti verranno inaugurati in futuro in luoghi soleggiati di tutto il pianeta e tra dieci anni sarà possibile produrre oltre un miliardo di litri di carburante ogni anno.
«A medio termine, non miriamo più a costruire e gestire personalmente gli impianti ma a diventare provider di tecnologia e licenze», spiega Murer. È più efficace offrire la tecnologia ai grandi gruppi industriali dell’energia piuttosto che gestirli. Il motivo? Se Synhelion mirasse a gestire personalmente tutti gli impianti, la svolta verso il carburante sostenibile richiederebbe molto più tempo e l’impatto sarebbe minore.
«Bisogna pure cominciare da qualche parte»
Synhelion vuole cambiare il mondo. Ma come può contribuire invece lo svizzero medio? «Non bisogna mai arrendersi. Basta decidere di iniziare in qualche modo», spiega Carmen Murer. «Il mondo è sull’orlo della svolta energetica.» Tutti noi possiamo avere un peso importante decidendo in che modo dare il nostro contributo personale.
«Per esempio qualcuno potrebbe trovare il modo di essere più sostenibile sul lavoro», spiega Murer. «Da quando lavoro per Synhelion vedo il futuro sotto una luce molto più positiva. Lavoro a soluzioni concrete e vedo quanto può essere fatto.»