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Nuovi metodi agricoliLa start-up svizzera che permette di conservare le verdure un mese più a lungo

06.08.24 - 11:00
Vivent
Troppo asciutto? Troppo caldo? Presenza di insetti infestanti? La start-up Vivent permette alle piante di comunicare con gli agricoltori grazie agli elettrodi.
Troppo asciutto? Troppo caldo? Presenza di insetti infestanti? La start-up Vivent permette alle piante di comunicare con gli agricoltori grazie agli elettrodi.
La start-up svizzera che permette di conservare le verdure un mese più a lungo
Le emissioni e il consumo di acqua dell’agricoltura provocano un impatto importante a livello mondiale. Che si tratti di Vertical Farming, di concimi ecologici o di elettrocardiogrammi per le piante, le start-up come Agrosustain mirano a rivoluzionare l’agricoltura.

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

In breve:

    • A livello mondiale, l’agricoltura occupa oltre il 50 per cento della superficie abitabile ed è responsabile di circa il 20 per cento delle emissioni globali di CO2.
    • Le start-up lavorano per trasformare l’agricoltura e organizzarla in modo più sostenibile. Anche in Svizzera.
    • La start-up Vivent permette alle piante di comunicare con gli agricoltori tramite elettrodi.
    • Da Losanna arriva un concime biologico che permette di conservare le verdure un mese più a lungo del solito.
    • Greenstate e Yasai hanno unito le forze nel settore del Vertical Farming per produrre in modo attento alle risorse grazie a una fattoria verticale XXL.

di Sebastian Sele

Nel 2023 i ricercatori del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico si sono incontrati a Interlaken. «Ci limitiamo a passeggiare quando dovremmo invece correre», ha ammonito Hoesung Lee, il presidente del gruppo.

Anche l’agricoltura è stata uno dei temi centrali dell’incontro poiché ha un influsso importante sull’ambiente. A livello mondiale occupa oltre il 50 per cento della superficie abitabile ed è responsabile di circa il 20 per cento delle emissioni globali di CO2. In Svizzera la percentuale ammonta a oltre il 15 per cento. Anche la maggior parte del consumo di acqua può essere imputato all’agricoltura.

Ecco quattro start-up svizzere che hanno preso sul serio l’ammonimento degli scienziati e mirano a rivoluzionare velocemente la produzione di frutta, verdura e erbe aromatiche.

L’uomo che sussurrava alle piante

Chi parla con le piante riceve raramente una risposta. Non è così per Vivent. Questa start-up della Svizzera occidentale mira a rendere comprensibili gli impulsi elettrici delle piante

Gli agricoltori attaccano degli elettrodi al gambo che misurano i segnali elettrici rilasciati dalle piante. Se il terreno è troppo asciutto, la temperatura è troppo elevata o la pianta è infestata dai parassiti, il segnale cambia. «È come un elettrocardiogramma per le persone», spiega Moritz Graeff, uno dei biologi di Vivent. L’intelligenza artificiale aiuta a riconoscere se la pianta ha bisogno di acqua o se fa troppo caldo.

Se è così, l’agricoltore riceve un allarme sul proprio computer o smartphone e può intervenire tempestivamente. In questo modo l’agricoltura non diventa solo più efficiente ma viene ridotto anche lo spreco alimentare. In futuro, la reazione al segnale potrà inoltre essere gestita automaticamente.

Concime bio contro la verdura che ammuffisce

Lo sanno tutti: chi compra frutta e verdura prima o poi si ritrova qualcosa di ammuffito in frigorifero. Secondo il WWF, ogni anno in Svizzera vengono gettati nella spazzatura circa 2,8 milioni di tonnellate di alimenti. Ciò corrisponde a circa un quarto dei gas serra causati complessivamente dall’alimentazione. La maggior parte di questo spreco alimentare è causato dal consumatore finale (40 per cento) ma anche dalla lavorazione (30 per cento).

La start-up losannese Agrosustain mira a contrastare questo problema. Promette di allungare di un mese il tempo di conservazione di frutta e verdura e al contempo di ridurre di più della metà lo spreco di acqua e di alimenti. Per riuscirci, questa spin-off dell’Università di Losanna ha sviluppato un nuovo concime biologico.

Due giorni prima della conclusione del suo dottorato in fitobiologia, la fondatrice Olga Dubey ha scoperto un fungicida naturale e, invece di puntare alla ricerca, ha deciso di fondare una start up. Banane, avocado e zucchine potevano essere irrorate in qualsiasi momento con questo concime naturale e il tempo di conservazione aumentava senza effetti negativi per l’uomo e l’ambiente. Agrosustain ha annunciato che il suo concime naturale è adatto anche a chi soffre di allergie.

Vertical Farm per i condomini

Greenstate ha attirato l’attenzione di tutti grazie ai suoi cartelloni pubblicitari: litchi di Lucerna? Kiwi di Sciaffusa? Banane di Basilea? Le domande spiccavano a chiare lettere su sfondi sgargianti. E la risposta della start-up era sempre: sì.

L’impresa produce l’hardware e il software necessario per le fattorie verticali e modulari. L’obiettivo, con l’aiuto dell’Internet delle cose, dell’intelligenza artificiale e dei Big Data, è trasformare il know-how agricolo in «ricette digitali». Intere fattorie potrebbero così essere gestite interamente tramite smartphone. Perché è importante? Il Vertical Farming non fa uso di pesticidi, è indipendente dalla stagione e dal luogo di coltivazione, consuma meno acqua e produce fino a cento volte più alimenti per metro quadrato rispetto all’agricoltura tradizionale.

Greenstate gestisce attualmente una fattoria a Neuhausen am Rheinfall. Su una superficie di oltre 1000 metri quadrati vengono prodotti 1500 pacchi di basilico e microgreen che potete trovare in vendita presso Manor. Inoltre, la start-up è attualmente in trattativa con le autorità di Abu Dhabi per costruire una Vertical Farm negli Emirati Arabi Uniti ed entro la fine di quest’anno mira a vendere 10 000 fattorie verticali per l’uso privato.

La più grande fattoria verticale della Svizzera

Come Greenstate, anche Yasai si occupa di Vertical Farming: nella più grande Vertical Farm della Svizzera, con una superficie di 1200 metri quadrati, sei piani e circa 128 000 piante, produce annualmente circa 20 tonnellate di basilico, menta, aneto e coriandolo che vengono venduti ad esempio presso Coop, Jelmoli e Farmy.ch. Yasai, spin-off dell’ETH, dichiara che la fattoria è alimentata con energie rinnovabili al cento per cento e necessita fino al 95 per cento in meno di acqua rispetto all’agricoltura tradizionale.

Negli ultimi tempi, Yasai e Greenstate hanno molto di più in comune che il solo settore: Greenstate ha acquistato Yasai. In futuro, le erbe aromatiche prodotte a Neuhausen saranno vendute anche con il marchio Yasai. Entro il 2026, entrambe le imprese mirano a costruire una fattoria XXL da 10 000 metri quadrati. Greenstate si concentrerà intanto sulla vendita delle sue soluzioni software e hardware.

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COMMENTI
 

Arturo74 2 mesi fa su tio
In merito al sondaggio vorrei sottolineare che Bio non è per nulla sinonimo di sostenibile. Se vedo una zucchina bio e una zucchina Non bio ticinese vado diritto senza indugio sulla zucchina ticinese. Allo stesso modo se mi trovo a Basilea vedo una zucchina guardo da dove viene non se è bio, se arriva dalla zona bene, ha fatto meno strada. Io guardo la provenienza, il bio .... Meglio che mi fermo qui sennò oggi non usciamo vivi se iniziamo anche a parlare del marchio bio.