La protezione dell’ambiente è un’assoluta priorità nel parco nazionale. Lo stesso vale per l’unica capanna del parco: la Chamanna Cluozza. L’abbiamo visitata per voi.
In breve:
di Gabriella Alvarez-Hummel
Oltre cent’anni fa in uno degli angoli più remoti della Svizzera, in Engadina, al confine con l’Italia, è stato creato il parco nazionale svizzero. Qui la natura viene protetta come da nessun’altra parte nelle Alpi. Un’unica capanna testimonia la presenza di esseri umani. E in questa capanna, dopo la ristrutturazione del 2021, la sostenibilità è una priorità assoluta.
Un‘escursione nel parco nazionale svizzero non ha nulla a che fare con le tipiche gite in montagna. Alcune cose funzionano in modo completamente differente a causa delle direttive per la protezione della natura. Può essere inusuale ma queste regole garantiscono molti vantaggi anche ai visitatori.
Natura lasciata a sé stessa
Quello a cui pensiamo in Svizzera quando parliamo di natura è spesso una versione curata della stessa: i boschi sono ripuliti, i prati sono falciati, non ci sono spazi che non hanno una funzione precisa. Nel parco nazionale invece, animali e piante vivono senza alcun intervento da parte dell'uomo. E le persone possono osservare l’aspetto di un bosco lasciato completamente a sé stesso. A impressionare nel parco nazionale è ad esempio spesso la quantità di legno morto. In Svizzera è raro vederne così tanto ma è proprio così che appare un bosco naturale. In inverno il parco nazionale è completamente chiuso.
Camminare solo sui sentieri
Nel parco nazionale svizzero non è consentito uscire dai sentieri tracciati. Nemmeno, ad esempio, per rinfrescarsi al fiume. Queste regole possono sembrare restrittive ma presentano anche grandi vantaggi: le marmotte ad esempio si muovono tranquillamente e senza paura in prossimità dei sentieri poiché sanno che i visitatori non possono uscire. Sapere che la natura attorno a noi è davvero incontaminata trasforma un’escursione nel parco nazionale svizzero in un’emozione unica.
Insalata in cerca di un passaggio
Chi decide di seguire il sentiero 7 nel parco nazionale, incontrerà un frigorifero all’inizio del percorso. Qui i fornitori piazzano le merci destinate all’unica capanna del parco nazionale. Per ridurre al minimo i voli di trasporto per questioni di sostenibilità, i custodi della capanna chiedono ai visitatori di portare qualcosa con sé durante la passeggiata. Naturalmente solo se avanza spazio nello zaino. Un’idea intelligente per proteggere le risorse.
Digital Detox
Dopo un’ora abbondante di camminata la pace non è solo quella che offre il bosco: anche gli apparecchi elettronici restano silenziosi. Nel parco nazionale svizzero non c’è campo. Con il risultato che le persone che arrivano alla Chamanna Cluozza chiacchierano tra loro, osservano la natura con il cannocchiale, giocano a giochi da tavolo e leggono libri.
Una capanna autonoma
Dalla ristrutturazione del 2021, la Chamanna Cluozza è gestita in modo da essere il più sostenibile possibile. Questo significa anche che la capanna funziona in modo autosufficiente: l’energia è prodotta tramite alcuni piccoli impianti idrici. Le acque di scarico sono ripulite tramite vermicompostaggio e depurazione vegetale. Non ci sono docce ma solo alcuni lavandini. Per il pernottamento sono disponibili camere o dormitori.
Vitto: dalla carne al vegano
La strategia di sostenibilità della Chamanna Cluozza non è limitata all’infrastruttura. Anche il vitto è accuratamente studiato. Gli ingredienti sono prodotti nella regione come indicato nel menu. E anche gli ospiti vegetariani e vegani troveranno piatti adatti a loro, cosa che non sempre è garantita nelle capanne alpine svizzere. Il giorno della nostra visita la cena prevedeva risotto: al nostro tavolo uno con carne e uno vegetariano, su richiesta era disponibile anche la variante vegana. Anche il pranzo al sacco per la giornata successiva poteva essere ordinato nella variante vegetariana o vegana.
Un mondo libero per gli animali
Dalla terrazza della Chamanna Cluozza è possibile sfruttare il cannocchiale per osservare stambecchi, cervi e camosci. Farfalle variopinte volano dappertutto. Molti visitatori sfruttano il pernottamento in capanna per escursioni giornaliere dalla Chamanna Cluozza verso l’interno del parco nazionale. Altri devono tornare alla civiltà e scelgono il sentiero 8 attraverso il valico di Murter. Oltre il limite degli alberi è possibile osservare decine e decine di marmotte. E chi dispone di un buon cannocchiale potrà ammirare addirittura antiche impronte di dinosauri.
Chamanna Cluozza
Il pernottamento alla capanna del parco nazionale è possibile dall’inizio di giugno alla fine di ottobre. Sono disponibili stanze e dormitori. Il prezzo comprende cena e colazione. La riservazione è obbligatoria.