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SLOW FLOWERIn inverno si possono acquistare fiori recisi sostenibili?

04.10.24 - 11:00
Stephanie Wittmer
Quanto sono davvero sostenibili i fiori recisi? Generalmente lo sono ben poco, spiega l’esperta di Slowflower Maja Bartholet.
Quanto sono davvero sostenibili i fiori recisi? Generalmente lo sono ben poco, spiega l’esperta di Slowflower Maja Bartholet.
In inverno si possono acquistare fiori recisi sostenibili?
Il movimento Slowflower punta su fiori recisi sostenibili, stagionali e coltivati senza pesticidi. In questa intervista, l’esperta di Slowflower Maja Bartholet spiega perché il commercio dei fiori è spesso problematico e quali sono le alternative sostenibili.

In breve:

    • Il movimento Slowflower si impegna per un’industria dei fiori recisi sostenibile, stagionale e senza pesticidi.
    • In questa intervista, l’esperta Slowflower Maja Bartholet spiega quanto l‘industria dei fiori sia dannosa per l’ambiente.
    • Chi mira a prendere decisioni sostenibili per quanto riguarda i fiori recisi dovrebbe rinunciare ad acquistarli nei mesi invernali o puntare sui fiori secchi.

Le temperature scendono. Le giornate diventano più corte. Il fatto che l’offerta di frutta e verdura si adatti man mano alla stagione è ormai accettato da tutti. Ma per quanto riguarda i fiori? Quanto sono sostenibili i fiori recisi? E se è vero che i fiori fioriscono principalmente nei mesi più caldi, come mai anche in inverno l’offerta è così ampia? Maja Bartholet risponde a queste e ad altre domande. È attiva all’interno del movimento Slowflower e si impegna per una gestione sostenibile dei fiori recisi.

Maja Bartholet, perché la maggior parte dei fiori recisi non è sostenibile?

Il movimento Slowflower si impegna per fiori recisi stagionali e prodotti senza pesticidi. Per gli alimenti è ormai un’ovvietà ma non lo è ancora per i fiori. Molte persone non sanno quanto sia problematica l’industria dei fiori recisi.

Cosa in particolare è problematico nell’industria dei fiori recisi?

Molte cose, purtroppo. Cominciamo dalla vendita: la maggior parte dei fiori provenienti da tutto il mondo passa dall’Olanda e viene rivenduta ad enormi case d’asta come ad esempio la borsa svizzera dei fiori dove tutti i principali fioristi si riforniscono. La borsa non indica la provenienza dei fiori né come sono stati coltivati.

Queste catene di trasporto generano uno spreco di risorse non indifferente.

La catena del freddo deve essere garantita lungo tutto il trasporto. Occorre poi aggiungere il materiale per l’imballaggio per ogni singola tratta. I fiori vengono selezionati per la resistenza e la longevità. Provate ad annusare una rosa: non profuma più ma dura fino a due settimane.

Ha menzionato anche i pesticidi.

Visto che parliamo di rose: spesso vengono intinte a testa in giù nel fungicida prima di essere vendute e finire nelle nostre case. Ciò significa che ci teniamo in casa il fungicida esponendolo sul tavolo della cucina. Talvolta vedo anche fiori utilizzati come decorazione per le torte matrimoniali. Se queste persone sapessero come vengono prodotti questi fiori, perderebbero l’appetito. Chi lavora coi fiori generalmente porta i guanti e per un buon motivo.

Esistono fiori bio senza pesticidi?

Piano piano cresce l’interesse per i fiori bio. Alla borsa dei fiori di Zurigo c’è un angolo in cui vengono offerti fiori bio prodotti localmente.

I fiori svizzeri sono quindi automaticamente più sostenibili?

Non necessariamente. Anche qui da noi esistono le classiche monocolture che fanno poco per la biodiversità e utilizzano sostanze chimiche. Spesso si tratta anche di serre che devono essere riscaldate e consumano quindi necessariamente energia. Ci sono produttori svizzeri che producono in modo sostenibile ma il margine di crescita è ancora molto ampio. Vorrei che venisse accordata una maggiore attenzione a questo tema.

Torniamo a parlare di stagionalità. I fiori sono un bene di lusso. Non si potrebbe semplicemente dire: in inverno non ci sono fiori, proprio come non ci sono le fragole.

Di base in Svizzera i fiori sono disponibili da marzo a circa metà novembre. Il periodo in cui non ci sono fiori prodotti localmente è breve e potrebbe essere considerato tollerabile dai consumatori. I fioristi dovrebbero però compiere sforzi importanti per adattarsi.

Cosa dovrebbero fare i fioristi se non potessero vendere fiori freschi durante l‘inverno?

Esistono differenti approcci. I fiori secchi sono una soluzione interessante ma sono più resistenti dei fiori freschi e ciò rende più complicato ottenere un margine di guadagno. Ma si potrebbe pensare di offrire dei corsi o nuovi tipi di offerte. Ad esempio è da tempo che rifletto su un’offerta circolare di vasi: l’idea sarebbe che io, da privata, porto il mio vaso dal fiorista che prepara per me un mazzo di fiori secchi adatto all’inverno sostituendoli poi in primavera con fiori freschi. Questo risolverebbe il problema che hanno molte persone di non avere un vaso adatto per i mazzi di fiori acquistati che di conseguenza non si presentano al meglio.

Sarebbe sensato, dal punto di vista della sostenibilità, rinunciare completamente ai fiori?

Ci sono sicuramente dei beni di consumo a cui sarebbe decisamente meglio rinunciare. I fiori in sé non sono però il problema: è l’industria a esserlo. Dal punto di vista della biodiversità, i fiori sono anzi un acquisto sensato ma solo se sono biologici e non coltivati in monocolture.

Sul sito web del movimento Slowflower si trova una lista di luoghi in cui è possibile acquistare fiori sostenibili. Anche in Svizzera.

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