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SVIZZERA

Il reddito di base porterà a un boom di casalinghe?

I sostenitori: «Chi pensa che le donne rimarranno a casa non le prende sul serio»
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Il reddito di base porterà a un boom di casalinghe?
I sostenitori: «Chi pensa che le donne rimarranno a casa non le prende sul serio»
BERNA - In Svizzera ci sono migliaia di casalinghe e casalinghi che quotidianamente cucinano, puliscono, lavano e si occupano dei figli ─ gratuitamente. Questo deve cambiare, sostengono i promotori dell’iniziativa per un reddito di base incon...

BERNA - In Svizzera ci sono migliaia di casalinghe e casalinghi che quotidianamente cucinano, puliscono, lavano e si occupano dei figli ─ gratuitamente. Questo deve cambiare, sostengono i promotori dell’iniziativa per un reddito di base incondizionato, che prevede che in Svizzera ogni adulto riceva 2500 franchi al mese dallo Stato.

Stefan Vannoni di Economiesuisse mette in guardia su questa proposta. Molti, sostiene, metterebbero infatti da parte il loro lavoro: «Se una donna o un uomo riducessero la loro percentuale d’impiego a causa dei figli e il salario si avvicinasse così ai 2500 franchi si chiederebbero se alzarsi tutte le mattine alle sette o rimanere a casa», afferma. Il pericolo sarebbe quello di un boom di casalinghe e casalinghi. Una catastrofe:«La Svizzera soffre per la mancanza di manodopera. I tentativi di reinserire le donne nel mercato del lavoro sarebbero annullati», sottolinea Vannoni. Anche il Consiglio federale teme che soprattutto gli impiegati a tempo parziale ─ «per la maggior parte donne» ─ dicano addio al mondo del lavoro. Kathrin Bertschy ─ copresidente dell’Alleanza delle società femminili svizzere “Alliance F” ─ crede addirittura che gli stimoli economici siano introdotti in un modo che «promuove la tradizionale divisione dei ruoli fra donne e uomini»

Daniel Straub, co-direttore del comitato d’iniziativa, non crede invece in un boom delle casalinghe. «Chi pensa che le donne resteranno semplicemente a casa solo perché ricevono 2500 franchi prende le donne troppo poco sul serio», accusa. Un terzo del prodotto interno lordo sarebbe suddiviso in maniera equa fra donne e uomini. Questo migliorerebbe la situazione della donna, che nel nostro sistema economico è ancora svantaggiata, lamenta Straub.

 

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