Prodotto mortale in vendita su Facebook

Una pagina svizzera promuove il Nembutal, un barbiturico usato per il suicidio assistito. Swissmedic: «Pericoloso e illegale»
Una pagina svizzera promuove il Nembutal, un barbiturico usato per il suicidio assistito. Swissmedic: «Pericoloso e illegale»
ZURIGO - Adrian, un lettore di 20 Minuten, è finito sua una pagina di Facebook «inquietante». Un annuncio postato da uno svizzero (o presunto tale) promuoveva infatti la vendita del Nembutal, un potente barbiturico, per 50 franchi. Lo slogan che accompagnava l'offerta era altrettanto inquietante: «Per una morte serena ed indolore».
Sdegno sul web - Adrian segnala che il popolo della rete ha subito reagito in maniera sdegnata. «Questo genere di attività è illegale. Bisogna assolutamente bannare questa persona» - scriveva un utente. Poi, nella notte tra mercoledì e giovedì, l'annuncio è stato cancellato.
Impossibile da acquistare - L'indignazione su Facebook è ad ogni modo comprensibile e giustificabile. Il Nembutal, conosciuto anche come pentobarbital, viene a volte usato come sonnifero. Attualmente non può più essere acquistato e i medicamenti che ne contengono anche solo piccole dosi sono disponibili solo con la ricetta medica.
Dignitas ed Exit - In Svizzera viene utilizzato dalle organizzazioni che si occupano di suicidio assistito come Dignitas ed Exit. Anche i veterinari si servono di questo potente barbiturico per sopprimere animali malati o pericolosi. Negli Stati Uniti viene ancora utilizzato nelle esecuzioni capitali. Anche le farmacie svizzere possono comandare i medicamenti con Nembutal solamente sotto strette restrizioni. Per questo motivo sembra molto strano che l'inserzionista di Facebook fosse effettivamente un cittadino svizzero.
«Prodotto illegale» - Swissmedic mette ad ogni modo in guardia sulla vendita di questo prodotto. «È illegale». Ma i venditori, che spesso si trovano all'estero, sono difficilmente perseguibili. Sono invece punibili gli acquirenti. «L'importo minimo della multa è di 300 franchi. E i farmaci vengono naturalmente distrutti».





Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!