In un'intervista la dipendente di Infosekta li definiva come un gruppo altamente problematico e con un comportamento disumano, che non rispetta la libertà di coscienza e di religione
ZURIGO - Il tribunale distrettuale di Zurigo ha assolto una dipendente 48enne di Infosekta, un centro di consulenza sulle sette religiose, dall'accusa di diffamazione nei confronti dei Testimoni di Geova, presenti al processo come accusatore privato.
L'imputata nella sua funzione di dipendente di Infosekta aveva effettivamente fatto diverse dichiarazioni lesive dell'onore, ha detto il giudice, comunicando oralmente la sentenza. Tuttavia ciò non la rende automaticamente perseguibile. La 48enne è stata in grado di fornire la prova della verità e della sua buona fede.
I fatti contestati risalgono all'estate 2015. In un'intervista pubblicata su sito del "Tages-Anzeiger" e in un comunicato stampa di Infosekta la donna si era espressa in modo critico sul movimento religioso in questione.
I Testimoni di Geova venivano descritti come un gruppo altamente problematico e con un comportamento disumano, che non rispetta la libertà di coscienza e di religione. Il suo sistema chiuso al mondo esterno e la fede dogmatica che viene promossa favorirebbe gli abusi sessuali sui bambini e il loro occultamento. La donna sosteneva anche che il grande pubblico non fosse a conoscenza delle «gravi forme di violenza» che le persone sperimentano nella comunità religiosa, un'organizzazione che viene percepita all'esterno al massimo solo come un po' antiquata.
Con le sue «dichiarazioni non veritiere» l'imputata ha agito in modo dannoso per la reputazione dei Testimoni di Geova, si legge nell'atto d'accusa. Ha denigrato la comunità parlando di comportamento disonorevole. Il ministero pubblico proponeva una pena pecuniaria 6000 franchi (60 aliquote giornaliere di 100 franchi).