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SVIZZERA

Carriera o famiglia? Quel primo figlio che spaventa tante donne

Tre quarti delle donne con un diploma di grado terziario temono che la nascita possa avere ripercussioni negative sul lavoro
Depositphotos (archivio)
Il modello dei due figli resta molto gettonato tra i giovani. La preferenza riguarda poco più del 60% delle persone tra i 20 e i 29 anni.
Carriera o famiglia? Quel primo figlio che spaventa tante donne
Tre quarti delle donne con un diploma di grado terziario temono che la nascita possa avere ripercussioni negative sul lavoro
BERNA - Il 30% delle donne con un titolo di formazione superiore resta senza discendenti. E oltre  il 60% delle donne e degli uomini tra i 20 e i 29 anni desidera avere due figli. Ma l'auspicio si realizza solo per il 40%. È quanto e...

BERNA - Il 30% delle donne con un titolo di formazione superiore resta senza discendenti. E oltre  il 60% delle donne e degli uomini tra i 20 e i 29 anni desidera avere due figli. Ma l'auspicio si realizza solo per il 40%. È quanto emerge dai primi risultati dell'indagine sulle famiglie e sulle generazioni 2018 dell'Ufficio federale di statistica (UST). Dallo studio, che viene realizzato ogni cinque anni, risulta pure una grande solidarietà tra genitori e figli adulti nella Svizzera italiana.

Pensando al numero di "eredi" che vorrebbero, i giovani adulti sono fortemente influenzati dal modello dei due figli. Tuttavia tra il desiderio e la realtà v'è spesso un gran divario, ha indicato oggi l'UST.

Il livello di formazione ha un'influenza su questa situazione. Quasi un terzo delle donne con un titolo di grado terziario (università, scuola universitaria professionale o alta scuola pedagogica) non ha figli. Tale quota è nettamente inferiore tra le donne con un livello di formazione più basso o senza formazione postobbligatoria.

Il dilemma tra vita professionale e famigliare è uno dei motivi per cui le laureate hanno più raramente figli, rileva l'UST. Tre quarti delle donne aventi un diploma di grado terziario temono infatti che la nascita di un figlio ostacolerebbe le loro prospettive di carriera, contro il 37% degli uomini.

Custodia dei bambini - Altri fattori influenzano la decisione di avere un figlio. Tra queste assumono un'importanza particolare le possibilità di custodia dei bambini.

Complessivamente in Svizzera più di due terzi delle economie domestiche con figli di meno di 13 anni si avvalgono di una forma di custodia dei bambini complementare alla famiglia. Una grossa parte dei genitori (42%) ricorre a una custodia non retribuita, ossia affida i propri pargoli a parenti, in particolare ai nonni, o a conoscenti.

Circa due quinti (37%) dei nuclei famigliari ricorre esclusivamente a una custodia a pagamento, ovvero all'asilo nido e al doposcuola. Molto meno diffuse sono le mamme diurne (6%), ragazze alla pari o baby-sitter (5%). Il resto delle economie domestiche utilizza una combinazione delle due soluzioni (gratuita e a pagamento).

Solidarietà fra generazioni nella Svizzera italiana - Dall'indagine risulta pure che le opinioni sulla solidarietà intergenerazionale cambiano a seconda della regione linguistica. Nella Svizzera romanda, quasi la metà delle famiglie ricorre a un asilo nido o a una struttura parascolastica. Nella Svizzera tedesca e in quella italiana, questa quota è nettamente inferiore e si attesta rispettivamente a quasi un terzo e quasi un quarto.

Per la custodia dei bambini, in queste due regioni ci si rivolge molto più spesso ai nonni o ad altri parenti, amici o vicini. Nella Svizzera tedesca il 43% delle economie domestiche è aiutata dalla cerchia di parenti e conoscenti, in quella italiana tale quota raggiunge quasi la metà (48%).

Anche il luogo in cui vive la famiglia (centri urbani o comuni rurali) influisce enormemente sul ricorso alla custodia di bambini complementare alla famiglia. Nei grandi centri, oltre il 60% si rivolge a un asilo nido o a una struttura di custodia parascolastica. Nei comuni rurali questa quota si attesta al 24%.

Donne in carriera meglio accettate - L'atteggiamento della società nei confronti delle madri che lavorano è parecchio cambiato rispetto alla rilevazione sulle famiglie del 1994-1995. Allora sei uomini su dieci (61%) ritenevano che un figlio in età prescolastica soffrisse se la madre esercitava una professione, nel 2018 la quota è calata a meno di quattro uomini su dieci (36%).

La percentuale di donne favorevoli a questa affermazione è passata da circa la metà (49%) a circa un quarto (27%). Tuttavia, anche oggi gli uomini mantengono, rispetto alle donne, un atteggiamento più scettico nei confronti delle madri di figli piccoli che lavorano.

Lo studio è stato realizzato nel 2018 su un campione di 16'815 persone residenti in Svizzera di età compresa tra i 15 e i 79 anni. Si tratta di una rilevazione mediante interviste telefoniche e un successivo questionario scritto, disponibile online o in forma cartacea.

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