La raccomandazione è di non consumarne durante la gravidanza. Ma nella Confederazione i numeri restano alti
BERNA - Hanno la testa piccola, un labbro superiore sottile e la palpebra corta. E presentano un deficit intellettivo e problemi comportamentali. Sono i bambini nati da donne che durante la gravidanza hanno consumato bevande alcoliche: ogni anno sono 425 i neonati che presentano una Sindrome alcolica fetale (FAS), come riferisce la Aargauer Zeitung.
Ma sono molti di più quelli che portano i segni dell’alcol durante la gravidanza. Una stima dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) parla infatti di circa 1’700 bambini che, ogni anno in Svizzera, vengono al mondo con lo spettro di disordini feto-alcolici (FASD). In questo caso si tratta di disturbi non visibili legati al consumo di alcol nel corso della gravidanza: difficoltà di memoria e di apprendimento, iperattività e comportamenti inappropriati.
Molti bambini con FASD - Le cifre parlano da sé: per alcune donne incinte, l’alcol non è tabù. Come si evince da un documento informativo del 2018 dell’Ufficio federale di statistica, il 18% delle donne in dolce attesa o che allattano consumano bevande alcoliche almeno una volta alla settimana. Per il 6% si tratta inoltre di uno o più bicchieri consecutivi. E per questo motivo rientrano in una categoria a rischio. In un confronto mondiale, la Svizzera è tra i paesi con il maggior consumo di alcol e quindi presenta una quota elevata di bambini con FASD.
Gli esperti lo dicono chiaramente: durante la gravidanza l’alcol va evitato del tutto. Non è infatti ancora chiaro quali possano essere gli effetti anche soltanto di un consumo basso. E non è possibile stabilire quale possa essere un quantitativo innocuo. Dello stesso parere è la Fondazione Dipendenze Svizzera.
Effetti poco noti - Nella popolazione sarebbero inoltre poco note le conoscenze sugli effetti che l’alcol può avere sui nascituri, come mostra uno studio dell’Università di Friburgo. L’autrice dello studio parla di una conoscenza che si basa piuttosto sulle emozioni che su informazioni concrete. Il 43% degli intervistati non sapeva inoltre che lo spettro di disordini feto-alcolici (FASD) può derivare sia da un consumo regolare che da un consumo eccessivo occasionale. E il FASD sarebbe sottovalutato pure dagli esperti, come sostiene ancora l'autrice.