Lo denuncia la Federazione svizzera dei sordi, che parla di raddoppio rispetto al 2017
BERNA - L'anno scorso la Federazione svizzera dei sordi (FSS) ha registrato un totale di 106 casi di discriminazione, ovvero più del doppio rispetto al 2017. Questi episodi continuano nonostante la protezione contro la discriminazione dei disabili sia iscritta in diverse leggi elvetiche.
L'aumento è significativo, poiché nel 2017 si registravano 52 casi e 76 nel 2018, si legge in un comunicato odierno dell'organizzazione. Una crescita «particolarmente inquietante» è stata osservata nei settori «lavoro e impiego» e «sanità».
Ad esempio, le assicurazioni malattia e gli ospedali rifiutano spesso di coprire le spese degli interpreti della lingua dei segni per le terapie o i consulti medici. Nel mondo del lavoro, le ore pagate mensilmente dall'AI per gli interpreti sono raramente sufficienti.
Tutto questo porta a numerosi fraintendimenti e, in alcuni casi, alla rottura del rapporto di lavoro. In tale maniera le persone sorde diventano incapaci di condurre una vita autonoma e sono sempre più spinte verso la disoccupazione.