Effetto-coronavirus: sbarrati i valichi minori e traffico calato del 68%
La polizia militare sta aiutando le guardie di confine a sbrigare ogni operazione
BERNA - A oggi sono circa 11 mila le persone respinte alla frontiera in seguito alle nuove disposizioni adottate dal Consiglio federale per arginare l'epidemia di coronavirus.
Christian Bock, capo dell'Amministrazione federale delle dogane (AFD), ha comunicato che, fino a questo punto, sono state circa 11'000 le persone respinte alla frontiera in seguito alle nuove disposizioni adottate dal Consiglio federale per arginare l'epidemia di coronavirus. Oltre che dalle guardie di confine, le operazioni sono state condotte anche dalla polizia, compresa quella militare.
In diversi valichi sono stati approntate corsie preferenziali per coloro che possono ancora penetrare sul territorio elvetico, come i frontalieri, oppure per il traffico di transito. A tale riguardo, Bock ha spiegato che l'importazione ed esportazione di beni continua normalmente. L'approvvigionamento del Paese è insomma garantito.
A ogni modo, il traffico verso la Svizzera si è ridotto notevolmente. Ieri 18 marzo, il traffico era calato in tutta la Svizzera mediamente del 68% su un mese. In Ticino la flessione dovrebbe accentuarsi ulteriormente, ha dichiarato il capo dell'AFD.
Bock ha sottolineato che i lavori per sbarrare i circa 130 valichi minori si sono conclusi. Sono tuttavia stati notati tentativi di entrare in Svizzera illegalmente, attraverso la cosiddetta frontiera verde; in taluni casi i dispositivi per sbarrare i valichi sono stati tolti.
Per quanto riguarda il settore dell'asilo, Cornelia Lüthy, vicedirettrice dell'Ufficio federale della migrazione (SEM), ha spiegato che il Consiglio federale si è adeguato alla chiusura dello spazio Schengen decretato dall'Unione europea in qualità di stato associato. Non vengono quindi più rilasciati visti, tranne che per specialisti nel settore sanitario, congiunti di cittadini svizzeri che possono risiedere in Svizzera e per casi di rigore. I controlli sono quindi stati rafforzati anche negli aeroporti.
Al momento, a parte gli stati non Schengen, le restrizioni di movimento per i cittadini Ue riguardano l'Italia, la Francia, la Germania, l'Austria e, da ieri, la Spagna. Possono entrare i frontalieri muniti di permesso G. Un semplice contratto di lavoro non basta per ottenere il lasciapassare.
Il divieto di entrata vale anche per i profughi che intendono inoltrare una richiesta d'asilo provenienti da Stati non Schengen. Queste persone non possono entrare: se fermate negli aeroporti rimangono nella zona di transito. Se provengono da uno stato sicuro verranno indirizzate verso le rispettive autorità responsabili di raccogliere le richieste di asilo.