Criticate le trasmissioni informative e di attualità. Un caso di discriminazione sessuale
BERNA - Quando una trasmissione televisiva o radiofonica esprime dei contenuti che urtano la tua sensibilità, hai due possibilità: o spegni oppure fai un reclamo. Lo scorso anno ci sono stati 636 reclami contro trasmissioni tv/radio in tutta la Svizzera. Di questi, trenta sono sfociati in un ricorso davanti all’Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva (AIRR). Diciannove hanno interessato la regione di lingua tedesca, 3 quella di lingua francese e 8 quella di lingua italiana. 25 ricorsi riguardavano contenuti della SSR e 5 contenuti di emittenti private. In genere si ricorre molto di piu per le trasmissioni televisive (24 casi) rispetto a quelle radiofoniche (3 casi).
Le critiche - I ricorsi concernevano soprattutto notiziari e altre trasmissioni informative. L’attenzione si è concentrata su servizi riguardanti temi attuali come diverse indagini penali, i cambiamenti climatici, la legislazione sulle armi, la protezione dei consumatori, i costi delle cure, la cannabis, la violenza domestica, l’eutanasia, i conflitti in Catalogna e in Medio Oriente come pure i partiti e le imprese. La maggior parte delle critiche riguardava la presentazione errata o incompleta dei fatti oppure la realizzazione di un servizio in modo unilaterale, tendenzioso e non equilibrato.
Discriminazione sessuale - L’AIRR ha accolto per la prima volta un ricorso per violazione del divieto di discriminazione. Il ricorso in questione verteva sulla rappresentazione stereotipata di una donna nel contesto delle trasmissioni di Televisione SRF diffuse durante il campionato mondiale di calcio del 2018. La sequenza contestata ha ridotto una donna tifosa di calcio alle sue caratteristiche sessuali secondarie. Il contesto umoristico non ha relativizzato il carattere sessista della sequenza.
In Ticino - L’AIRR ha inoltre accertato anche per altri due ricorsi una violazione del principio della corretta presentazione di fatti e avvenimenti. Essi riguardavano, da un lato, un articolo online di RSI concernente un decreto di accusa a carico di una giurista italiana (“Si spacciava per avvocata”), dall’altro, un servizio della trasmissione sui consumi “Kassensturz” di Televisione SRF su un “capo pedante” e la sintesi online dello stesso.
Cos'è l’Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva (AIRR)?
L'AIRR, che esiste dal 1984, è una commissione extraparlamentare della Confederazione, di cui fanno parte 9 membri che esercitano la loro funzione a titolo accessorio e una segreteria composta da 3 persone. La commissione è presieduta da Mascha Santschi Kallay, avvocato e consulente in comunicazione. L'AIRR accerta, su ricorso, se i contenuti delle trasmissioni radiotelevisive diffuse da emittenti svizzere o i contenuti dell'ulteriore offerta editoriale della SSR (offerte online, teletext, ecc.) violano le disposizioni concernenti il contenuto redazionale pubblicato. Tali disposizioni riguardano in particolare i principi dell'informazione in materia radiotelevisiva, di cui il principio della corretta presentazione di fatti e avvenimenti ed il principio della pluralità, la protezione dei giovani e il rispetto dei diritti fondamentali, tra cui il divieto di discriminazione o il rispetto della dignità umana. Inoltre l'AIRR ha il compito di valutare se il rifiuto di accordare l'accesso a un programma radiotelevisivo o a un altro contenuto è illegale. Le basi giuridiche sono definite all’art. 93 della Costituzione federale, nella legge federale sulla radiotelevisione e nel diritto internazionale rilevante. Le deliberazioni dell’AIRR sono pubbliche et la procedura di ricorso è in principio gratuita per le parti. Le decisioni dell'Autorità di ricorso possono essere impugnate innanzi al Tribunale federale.