I risultati dell'ultimo barometro dell'umore di Comparis sull'emergenza coronavirus.
L'operato del Consiglio federale è stato valutato come mediocre. Pesano i voti negativi di Ticino e Romandia.
ZURIGO - È il sistema sanitario svizzero a essere promosso (voto medio 5,27) nell'uragano della crisi del coronavirus. Come rilevato dall'ultimo barometro di Comparis, oltre l'80% della popolazione (in Ticino si arriva all'84%) assegna valutazioni da buone a ottime ai provvedimenti messi in campo da ospedali e studi medici.
Al secondo posto (5,17) della graduatoria gli intervistati collocano le proprie famiglie. Telelavoro, scuole chiuse e l'assenza forzata dei nonni - che non possono occuparsi dei nipotini - hanno messo a dura prova tante persone. Una situazione non semplice da gestire, ma che sta ottenendo ottimi risultati. Per l'80,8% la gestione è da buona a ottima. A ritenerla insufficiente è solo l'1,1%.
Governo «mediocre» - L'operato del Governo invece si ferma a poco più della sufficienza (4,4). Solo il 54,7% degli intervistati ritiene che la gestione della crisi da parte del governo sia da buona a ottima. Al contrario, il 9,4% giudica i provvedimenti adottati da scarsi a insufficienti (voto 1 e 2). Sono soprattutto il Ticino e la Svizzera romanda a valutare in modo nettamente più negativo il lavoro della Confederazione: il 18,7% dei ticinesi e il 13,2% degli svizzeri romandi assegnano al governo un voto da 1 a 2.
I giovani bocciano la cittadinanza - A finire dietro alla lavagna sono invece i cittadini. Con un voto di 3,76, gli intervistati assegnano al comportamento della popolazione svizzera l’insufficienza. E ad essere particolarmente critici sono i giovanissimi.
Quelli di età compresa tra i 16 e i 19 anni assegnano al comportamento dei loro concittadini un punteggio medio di 3,3, mentre per i giovani dai 20 ai 39 anni di età la media del voto si alza al 3,4. «Probabilmente questo risultato è da ricondurre al gran numero di persone di età più avanzata (cioè quelle con il rischio più elevato di sviluppare la malattia) che continua a spostarsi ancora sia nei luoghi pubblici che nei supermercati», ha osservato Felix Schneuwly, esperto in sanità presso Comparis.