Un atto parlamentare chiede al CF di ordinarne la sospensione fino all'entrata in vigore delle nuove basi legali
BERNA - Vista la crisi che colpisce duramente l'economia, occorre fare un gesto per le imprese anche per quel che concerne il canone radiotelevisivo e ciò benché le modifiche proposte siano già pendenti in Parlamento. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale approvando una mozione (106 voti a 56) volta ad esentare i consorzi d'imprese dalla tassa di ricezione.
Attualmente un'azienda è tenuta a pagare il canone radio-tv se è assoggettata all'IVA e se realizza un fatturato annuo minimo di 500'000 franchi. La fattura annua varia tra 365 a 35'590 franchi, a seconda del giro d'affari.
Le imprese non sono contente del sistema applicato: diverse società hanno avuto la cattiva sorpresa di vedersi imporre a più riprese, tramite filiali o partecipazioni a consorzi. Per questo motivo la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni ha già deciso di correggere il tiro prevedendo una deroga per i consorzi.
Ora il Consiglio nazionale vuole di accelerare i tempi: con l'atto parlamentare adottato oggi si chiede al Consiglio federale di ordinare la sospensione dell'imposizione multipla dei consorzi fino all'entrata in vigore delle nuove basi legali.
Inutile l'opposizione del Consiglio federale secondo cui lo sgravio dei consorzi dal canone avrebbe un effetto ridotto: nel 2019, 1250 consorzi hanno versato complessivamente solo 1,22 milioni. Per la consigliera federale Simonetta Sommaruga la richiesta formulata nell'atto parlamentare non soddisfa dunque il requisito di proporzionalità necessario all'applicazione della legislazione d'emergenza. Inoltre, ha ricordato invano la ministra delle comunicazioni, la richiesta della mozione sarà in ogni caso realizzata velocemente e per via ordinaria in considerazione dei lavori già in corso.