Non c'è una guerra in corso. Ma un'emorragia di reclute, che preoccupa non poco Berna
Entro il 2030 l'esercito si ritroverà con un quarto dei militari in meno, secondo il comandante Thomas Süssli
BERNA - «Entro la fine del decennio all'esercito mancheranno circa un quarto dei soldati». A lanciare l'allarme è il capo delle forze armate elvetiche, Thomas Süssli, che in un'intervista pubblicata oggi dal Blick solleva il problema della carenza di risorse nelle truppe.
«Perdiamo ogni anno alcune migliaia di giovani che dovrebbero essere effettivamente a servizio», precisa Süssli rispondendo alle domande del quotidiano zurighese. A suo parere, è necessaria una discussione sulle capacità dell'esercito. «Se la Svizzera vuole lo stesso esercito di oggi, in futuro le truppe avranno bisogno di più personale».
Molti giovani decidono prima del reclutamento di fare il servizio civile invece della scuola reclute, spiega il 53enne. «Altri vogliono andare alla scuola reclute, ma non lo possono fare per motivi medici. Ci sono poi molti giovani che lasciano la scuola reclute e passano al servizio civile, spesso perché più compatibile con la loro professione».
«Voglio creare un esercito moderno, soprattutto per quanto riguarda la cultura e la digitalizzazione», afferma il capo delle forze armate: esso dovrebbe orientarsi alle nuove minacce. Ma «ci deve essere una relazione tra il profilo delle prestazioni richieste e le risorse a disposizione» avverte Süssli.