Per il presidente della Conferenza dei direttori della sanità «non sarebbe serio un incremento a tutti i livelli».
Piuttosto, «meglio puntare sulla formazione continua, per trasferire compiti svolti dai medici ai professionisti del settore infermieristico».
BASILEA - La loro importanza è emersa ancora di più durante la pandemia. E si sono moltiplicate le attestazioni di stima e gratitudine. Ma un aumento generalizzato degli stipendi per gli infermieri e il personale di cura sarebbe «illusorio». Lo sostiene il presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS), Lukas Engelberger, che si dice molto sensibile al tema.
Dagli applausi alle iniziative per ringraziare il personale infermieristico, il Covid 19 ha mostrato quanto siano indispensabili per garantire un'adeguata assistenza sanitaria. Già lo scorso aprile, in una lettera aperta al Parlamento, l'Associazione svizzera infermiere e infermieri (ASI) chiedeva salari più elevati, migliori condizioni di lavoro e un rafforzamento della formazione. La prima rivendicazione rischia tuttavia di finire presto nel dimenticatoio.
«I costi del personale rappresentano la parte più consistente delle spese sanitarie», indica Engelberger in un'intervista pubblicata oggi sulla stampa svizzerotedesca del gruppo Tamedia. Secondo il consigliere di Stato basilese, «non sarebbe serio prospettare un aumento di stipendio a tutti i livelli, tanto più che i salari iniziali nel settore sono già stati aumentati in maniera significativa».
Per il presidente della CDS, le spese complessive per il personale non devono aumentare ulteriormente, poiché un ulteriore incremento dei costi sanitari non sarebbe accettabile per la popolazione. D'altro canto, Engelberger si chiede «se in realtà gli alti redditi percepiti dai medici siano giustificati».
In ogni caso, aggiunge il responsabile della sanità di Basilea Città, è importante che per gli infermieri la professione resti attrattiva: «Uno degli elementi è la possibilità di formazione continua», ad esempio si può arrivare a conseguire un master. Inoltre, ciò permetterebbe di «trasferire compiti svolti dai medici ai professionisti del settore infermieristico». In questo modo potranno assumersi maggiori responsabilità che si rifletteranno anche in un aumento del salario.
Engelberger nota poi che in Svizzera vi è una carenza di infermieri nei reparti di cure intense, mentre per quanto riguarda i posti disponibili, la pandemia di coronavirus ha mostrato che i Cantoni sono riusciti a creare in breve tempo ulteriori posti di terapia intensiva. In Ticino e nella Svizzera romanda, aggiunge, tali riserve sono state impiegate in larga misura.
Per quanto riguarda invece i test di depistaggio per il coronavirus, il consigliere di Stato basilese sostiene che chiunque abbia sintomi deve poter essere testato senza ostacoli finanziari. Dovrebbero dunque intervenire anche le casse malattia, poiché attualmente «i Cantoni pagano una quota troppo elevata dei costi per i test».