La distanza minima raccomandata verrà ridotta e il limite di partecipanti agli eventi portato a mille persone.
Soppresso anche l'obbligo di rimanere seduti in bar e ristoranti, che potranno restare aperti anche dopo la mezzanotte.
BERNA - Nuovo passo avanti in vista del ritorno a una situazione di normalità: da lunedì i provvedimenti per combattere il coronavirus saranno quasi tutti revocati. Le grandi manifestazioni resteranno vietate fino alla fine di agosto, per quelle più contenute, il limite di partecipanti è portato a 1'000. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale.
Altra importante novità: la distanza minima raccomandata tra due persone è ridotta da 2 a 1,5 metri. Durante le manifestazioni con posti a sedere fissi, per esempio concerti o spettacoli teatrali, un sedile libero tra due persone è sufficiente.
Un po' più distanti del normale - A chi chiedeva perché non ridurre ulteriormente la distanza, Berset ha risposto che «un metro corrisponde alla normalità». Con una distanza «un po' più alta del normale» si ricorda che il virus è ancora presente. «È importante non sopprimerla del tutto perché è uno dei migliori modi per proteggersi».
«Se non è possibile rispettare la distanza di 1,5 metri per più di 15 minuti, esiste un considerevole rischio di contagio», ha ricordato il ministro della sanità. Berset ha poi tenuto a sottolineare che l'igiene delle mani e il distanziamento sociale rimangono i provvedimenti di protezione più importanti.
Questo quarto allentamento, come i precedenti, è possibile grazie all'evoluzione della situazione epidemiologica favorevole, ha affermato la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga. «Negli ultimi mesi il Consiglio federale ha scelto una via di mezzo, ora è il momento di trovare il giusto equilibrio anche nella vita di ogni giorno», ha aggiunto.
Bar e ristoranti: fine della "Polizeistunde" - Da lunedì sarà anche soppresso l'obbligo di consumare stando seduti nei ristoranti. Si potrà insomma tornare a bere il caffè al bancone. Gli esercizi pubblici non saranno poi più costretti a chiudere già a mezzanotte; ciò vale anche per discoteche e locali notturni. «La "Polizeistunde" è soppressa», ha detto Sommaruga.
La nuova distanza sociale sarà inoltre valida anche per i tavoli dei ristoranti, che da spigolo a spigolo non dovrà dunque superare 1,5 metri. Distanza che Berset ritiene adeguata: «Non ho voglia di mangiare con il vicino sulle ginocchia», ha affermato.
In alternativa possono comunque essere posate pareti divisorie. Se ciò non fosse possibile per motivi operativi o economici, si dovranno registrare i dati di contatto di una persona per ciascun gruppo di clienti.
Manifestazioni: massimo 1000 fino in settembre - Anche per le manifestazioni, il tracciamento dei contatti dovrà essere sempre possibile. L'organizzatore dovrà garantire che le persone da contattare in caso di bisogno non siano più di 300, per esempio suddividendo lo spazio disponibile in settori. I Cantoni possono abbassare questo limite.
Da notare che laddove è possibile separare nettamente i gruppi di persone, per esempio atleti da una parte e pubblico dall'altra, questo tetto massimo vale per ciascun gruppo. Sono così consentite manifestazioni con 1000 atleti o artisti e 1000 spettatori (ma non con 800 atleti e 1200 spettatori).
Se la situazione epidemiologica non peggiorerà durante l'estate, le grandi manifestazioni con più di 1000 persone saranno dal canto loro nuovamente consentite dall'inizio di settembre. Dovranno sottostare agli stessi principi validi per le manifestazioni fino a 1000 persone.
Dimostrazioni di piazza: nessun limite - Per gli assembramenti nello spazio pubblico viene soppresso il limite massimo di partecipanti. Sarà però obbligatorio portare la mascherina. Questo nuovo provvedimento, che si applica alle dimostrazioni politiche e della società civile, diventa effettivo già domani.
Più in generale, l'esecutivo ha semplificato e armonizzato le prescrizioni per i piani di protezione, necessari a tutti i luoghi accessibili al pubblico: non ci saranno più regole specifiche per singole categorie di strutture, manifestazioni o istituzioni di formazione. «Le regole saranno le stesse per tutti», ha spiegato Berset.
Bus e treni: mascherine consigliate - Ricordando che le mascherine possono ridurre notevolmente il rischio d'infezione, il governo raccomanda poi vivamente d'indossarle sui trasporti pubblici se la distanza necessaria non può essere mantenuta. «Tutti i passeggeri dovrebbero perciò sempre averne una con sé», ha affermato Sommaruga.
La ministra dei trasporti ha poi affermato, rispondendo alla domanda di un giornalista, che i singoli cantoni hanno la facoltà di obbligare i viaggiatori a indossare la mascherina sul loro territorio, anche se è auspicabile un coordinamento tra autorità e imprese di trasporto. «Bienvenue dans le fédéralisme», ha commentato Berset, che ha precisato: «vogliamo tornare a una certa normalità, compresa l'applicazione del federalismo».
Telelavoro non è più formalmente raccomandato - Il governo ha anche revocato la raccomandazione di ricorrere al telelavoro, così come le prescrizioni per la protezione delle persone particolarmente a rischio, che potranno anch'esse tornare sul posto di lavoro.
Il padronato è tuttavia tenuto a proteggere la salute dei dipendenti con provvedimenti adeguati, conformemente alla legge sul lavoro.
Si torna alla "situazione normale" - Da notare, infine, che con l'uscita oggi dalla "situazione straordinaria" (in vigore dal 16 marzo, in precedenza, il 28 febbraio, il Consiglio federale aveva proclamato la "situazione particolare"), la gestione di un eventuale nuovo aumento dei casi di coronavirus rientrerà soprattutto nella responsabilità dei Cantoni.
Questi dovranno «adottare provvedimenti adeguati», in primis quelli che si sono rivelati particolarmente efficaci durante questi mesi di crisi. Il ritorno alla "situazione normale" implica anche lo scioglimento dello Stato maggiore di crisi per la gestione della pandemia da coronavirus, organo istituito il 20 marzo per garantire il coordinamento con i dipartimenti, la Cancelleria federale, i rappresentanti dei Cantoni e altri stati maggiori di crisi.