Il dato è stato elaborato dall'Ufficio federale di statistica.
In alcune categorie il divario tra i due sessi è ancora più marcato: I dirigenti maschi ricevono in media il 23% in più. Gli accademici addirittura il 25%.
BERNA - La parità salariale in Svizzera è ancora lontana: per un posto di lavoro a tempo pieno e considerando tutte le categorie professionali, il salario mediano di un uomo era nel 2019 del 18,1% superiore a quello di una donna (72'800 contro 86'000, pari a una differenza di 13'200 franchi). Lo si evince dai dati sul reddito da lavoro pubblicati oggi dall'Ufficio federale di statistica.
Nel dettaglio, il divario salariale maggiore lo si riscontra tra le categorie "dirigenti" e "professioni accademiche": nei primi è del 23,0% (un uomo guadagna 130'000 franchi, 24'300 in più di una donna), nei secondi addirittura del 25,0% (salario degli uomini: 112'100, 22'400 franchi in più).
Divari percentuali superiori al 20% sono presenti anche nelle categorie meno retribuite: nelle "professioni artigianali" un uomo guadagna 74'100 franchi, 14'400 in più (24,1%) di una donna, tra gli "addetti a installazioni e apparecchi" i maschi hanno un salario di 71'500 franchi, di 13'200 superiore (22,6%) a quello delle loro colleghe.
Nei "servizi" e nella "vendita" gli uomini ricevono in media il 23,3% in più (+13'000 a 68'900 franchi), tra le "professioni tecniche" il divario è del 21,9% (17'000 in più a 94'500). Anche tra i "lavoratori non qualificati" la differenza è importante: qui gli uomini hanno un salario di 61'600 franchi, il 24,7% in più (o 12'200 franchi) di quello delle donne.
Una differenza di paga minore la si osserva nella categoria "impiegati d'ufficio e di commercio", ma rimane comunque superiore al 10%: qui gli uomini guadagnano 78'000 franchi, 7'200 in più delle donne (10,2%).
Rispetto allo scorso anno, il divario salariale generale è calato di un punto percentuale. Nei singoli settori d'attività l'evoluzione è contrastata: la differenza retributiva è calata in particolare per i "dirigenti" (-8,2 punti), "servizi e nella vendita" (-4,8), "professioni artigianali" (-3,9), "addetti a installazioni e apparecchi" (-7,1) e "lavoratori non qualificati" (-8,1).
Il divario è invece aumentato tra le "professioni accademiche" (salito di 5,4 punti) e gli "impiegati d'ufficio e di commercio" (+5,3). Stabile quello delle "professioni tecniche" (leggero aumento di 0,2 punti).