Il comitato a favore ha presentato oggi le proprie argomentazioni in vista della votazione del 27 settembre.
Per il vallesano Mathias Reynard nella situazione attuale «la parità tra donne e uomini è impossibile alla nascita di un bambino».
BERNA - Un congedo di paternità di due settimane, per quanto breve, è un primo passo nella giusta direzione verso la parità di genere, secondo il Comitato "il congedo paternità subito!", che oggi ha presentato le argomentazioni a favore del testo in votazione il 27 settembre.
«La Svizzera è pronta per il congedo di paternità», ha dichiarato Adrian Wüthrich, presidente del Comitato nazionale e di Travail.Suisse, nel corso di una conferenza stampa oggi a Berna. Secondo un sondaggio pubblicato a giugno, quasi tre quarti della popolazione è favorevole a un congedo di due settimane. Solo il 16% respinge in toto il progetto.
Il progetto è sostenuto da partiti e organizzazioni di vario genere, comprese quelle di datori di lavoro. È giunto quindi il momento d'introdurre un congedo legalmente regolamentato, hanno detto gli oratori sia di sinistra che di destra. Tutti hanno criticato il fatto che attualmente un padre ha diritto a un solo giorno di permesso quando nasce un bambino, esattamente come per un trasloco.
«Finanziabile e necessario» - «Questo progetto è finanziabile e necessario per la società, l'economia e il futuro», ha riassunto Wuthrich. In origine l'iniziativa popolare prevedeva quattro settimane di congedo, ma è stata ritirata a favore del progetto adottato dal Parlamento che prevede due settimane da sfruttare - in toto o in singoli giorni - entro sei mesi dalla nascita di un figlio. Il referendum, promosso dall'UDC e da membri di altri partiti borghesi, è riuscito quindi spetta ora al popolo decidere.
La misura verrebbe finanziata mediante le Indennità per perdita di guadagno (IPG) per un onere finanziario globale stimato in 230 milioni di franchi all'anno. L'attuale aliquota per i contributi IPG (0,45%) dovrà essere aumentata di 0,05 punti. Per un salario di 6'500 franchi al mese, l'aggravio ammonta a 3,90 franchi al mese, di cui 1,95 franchi a carico del dipendente.
Per Adrian Wuthrich la stima di 230 milioni all'anno non tiene conto del fatto che non tutti i padri vorranno necessariamente approfittare del congedo. A suo avviso 200 milioni all'anno sono una previsione più realistica.
«Solo vantaggi» - Secondo la consigliera nazionale UDC Céline Amaudruz (GE), il testo «ha solo vantaggi». In particolare per la parità di genere e per consentire alle donne di rientrare più rapidamente nel mercato del lavoro, evitando così una perdita di competenze.
Inoltre, a suo avviso, il progetto sosterrebbe il tasso di natalità, troppo basso in Svizzera. Aiuterebbe anche i padri a essere «attori piuttosto che spettatori» nella cura dei bambini. A livello economico, le PMI diventerebbero più attrattive.
Quest'ultima argomentazione è stata avanzata anche dalla consigliera nazionale del PLR Susanne Vincenz-Stauffacher (SG), presidente della sezione femminile del partito.
Ora l'uguaglianza è impossibile - «La Svizzera è l'unico paese in Europa a non avere un congedo paternità o parentale», ha detto Mathias Reynard (VS/PS). Nei paesi OCSE, la media è di 54 settimane di congedo calcolando entrambi i genitori. Con questo progetto la Svizzera avrebbe 16 settimane. Si tratta quindi di «una soluzione moderata».
Nella situazione attuale, «la parità tra donne e uomini diventa impossibile alla nascita di un bambino», ha osservato il vallesano. Il congedo di paternità ridurrebbe anche «il rischio professionale» per le donne di avere un figlio, ha aggiunto la consigliera nazionale Maja Graf (Verdi/BL).
I parlamentari borghesi sono comunque stati chiari: sia Susanne Vincenz-Stauffacher che Martin Candinas (PPD/GR) hanno precisato che non intendono chiedere più di quanto proposto dall'attuale bozza.