Il Ceo di Credit Suisse Thomas Gottstein ritiene «troppo eccessiva» l'iniziativa della limitazione.
Secondo il bancario il nuovo testo democentrista «è troppo orientato a un conflitto con l'Ue» e non fa gli interessi della Svizzera.
ZURIGO - Il presidente della direzione di Credit Suisse Thomas Gottstein votò sì all'iniziativa popolare "Contro l'immigrazione di massa", approvata dal popolo il 9 febbraio 2014, ma ritiene che la nuova proposta dell'UDC su cui si voterà il 27 settembre sia eccessiva.
«Sono contrario all'iniziativa per la limitazione», afferma il 56enne in un contributo scritto per il numero di questa settimana della Weltwoche. «Nella votazione sullo Spazio economico europeo (SEE) del 1992 avevo votato sì, ma l'Unione europea mi ha deluso. Quando è arrivata l'iniziativa sull'immigrazione di massa ho detto sì con convinzione».
«Ogni Paese deve controllare autonomamente l'immigrazione», prosegue il manager che in gioventù per poco non ha intrapreso una carriera professionale di giocatore di golf. «Ma questa nuova iniziativa per me va troppo in là. È troppo orientata a un conflitto con l'Ue».
«Niente malintesi: sono per una Svizzera indipendente, ma non è il caso di tramare una piccola guerra con un grande attore come l'Unione europea», mette in guardia il successore - da febbraio - di Tidjane Thiam. «Non si può risolvere la questione migratoria in un modo che possa andar bene anche all'Ue? E sì che noi svizzeri siamo i campioni mondiali del compromesso».
Nel contributo Gottstein parla anche del golf, un lavoro duro che richiede ai migliori otto ore di allenamento al giorno, della Cina («nell'ottica svizzera vedo dei punti critici; non è una democrazia; ma molte cose le fa giuste, in particolare economicamente»), nonché della pandemia e di come la crisi abbia mostrato l'importanza delle banche per l'intera economia.