Il presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità risponde alle critiche
BERNA - Lukas Engelberger, presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS), non ci sta e risponde alle critiche piovute nel corso della settimana sulla presunta lentezza delle autorità nelle pratiche di tracciamento dei positivi al coronavirus.
In un'intervista pubblicata oggi dalla SonntagsZeitung respinge le accuse e sottolinea come tutti i Cantoni siano fortemente impegnati nella lotta al Covid-19. Lo dimostra il fatto che oltre 1'500 persone si trovano attualmente in isolamento, più di 5'000 contatti sono stati posti in quarantena, così come altre 12'000 circa si trovano in quarantena per ritorni da viaggi in zone a rischio.
Si tratta di cifre impressionanti che dimostrano il funzionamento del sistema, ha continuato. Engelberger non pensa che le procedure siano lente, semplicemente non è sempre possibile trovare immediatamente le persone entrate in contatto con dei casi positivi. Vista la grande mole di lavoro, non è sorprendente che in singoli casi vi siano degli intoppi, ha sottolineato.
Le critiche di Salathé - Venerdì l'epidemiologo Marcel Salathé aveva sottolineato la necessità di essere più veloci ed efficienti in merito ai risultati dei test e nel tracciamento dei contatti. «Non bisogna fare di più, ma fare meglio», aveva sostenuto il professore del Politecnico federale di Losanna e membro della Swiss National Covid-19 Science Task Force.
Lo specialista criticava in particolare il fatto che bisogna in molti casi aspettare due o tre giorni per il risultato del tampone e poi ancora altri due o tre giorni prima che si raggiungano le persone con cui l'infetto è stato a contatto. In tale lasso di tempo il virus continua a circolare e colpisce altre persone.