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ZURIGO«In vista di un autunno di contagi, le aziende ritornino a fare telelavoro»

08.09.20 - 09:20
Parola dell'infettivologo di Moncucco Andreas Cerny che commenta la situazione di Zurigo: «Sia da modello per tutti»
Keystone
Fonte 20 Minuten/BZ/PAM/TAM
«In vista di un autunno di contagi, le aziende ritornino a fare telelavoro»
Parola dell'infettivologo di Moncucco Andreas Cerny che commenta la situazione di Zurigo: «Sia da modello per tutti»

ZURIGO - Mascherina obbligatoria ovunque negli spazi pubblici, con questa misura Zurigo tenta - e spera - di arginare il crescente numero di contagi. L'obbligo - che riguarda supermercati ma anche aree di traffico passeggeri, musei scuole e palazzi istituzionali - entrerà in vigore da questo giovedì, e non tutti ne sono contentissimi.

Ma c'è anche chi ritiene non solo che sia un modello da seguire, ma anche un'imposizione giunta troppo tardi: «Con l'arrivo dell'autunno e il previsto boom di contagi, tutte le città svizzere dovrebbero seguire l'esempio di Zurigo», spiega Andreas Cerny, infettivologo del Moncucco di Lugano intervistato da 20 Minuten.

«Dovevamo imporla prima, quando i contagi erano 100 o 200 al giorno, adesso è già troppo tardi», ribadisce Cerny che spiega come - perché una tendenza (al rialzo o al ribasso) sia evidente - devono passare dalle 2 alle 3 settimane: «A ottobre arriveremo a 500 casi al giorno, anche con queste misure».

«Zurigo non può diventare un focolaio di coronavirus»

140 allievi in quarantena dall'inizio delle scuole, un tasso di contagi in impennata. Per questo motivo Zurigo ha deciso per la linea dura: «Così non va bene. Dobbiamo impedire che Zurigo diventi un focolaio», spiega il consigliere liberale Filippo Lautenegger, sostenendo le nuove misure di restrizione. «Non vogliamo diventare un luogo da evitare e che il nostro cantone finisca nella lista nera internazionale».

Per evitare una seconda ondata, secondo lui, la soluzione potrebbe passare dall'home office: «Dove possibile, i datori dovrebbero tornare allo smart working». Il luogo di lavoro, confermano i dati del Cantone di Zurigo, è il secondo luogo di trasmissione del virus, dopo il contesto famigliare: «Non appena le distanze non vengono più mantenute, scatta il rischio. Ci si contagia soprattutto durante le pause caffé e in mensa».

«La scelta sta ai singoli datori»

L'Unione Svizzera degli Imprenditori non si sbilancia e non fornisce raccomandazioni in merito all'uso delle mascherine sul posto di lavoro. Se si tratta di attività che non hanno necessità di contatto diretto con il pubblico, spetta a ogni direzione la scelta di quali politiche anti-Covid adottare come spiega il portavoce dell'associazione Fredy Greuter. «Come parte del loro dovere di diligenza, i datori di lavoro possono decidere in maniera autonoma se richiedere l'obbligo della mascherina o forme flessibili di lavoro da casa».

 

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