Meno della metà della popolazione crede che siano realmente efficaci.
Stando a uno studio, lo scetticismo europeo sarebbe il più alto al mondo.
BERNA - La fiducia nei vaccini in Svizzera è piuttosto bassa nel raffronto internazionale, tanto che meno della metà dei cittadini elvetici - più precisamente il 45% - crede nella loro efficacia. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista "The Lancet", in generale sul tema c'è più scetticismo in Europa che nel resto del mondo.
I ricercatori hanno analizzato i dati di 149 Paesi nell'ambito del loro lavoro. L'inchiesta, durata oltre quattro anni (settembre 2015-dicembre 2019), si suddivide in 290 sondaggi che hanno coinvolto in totale oltre 284'000 persone. Le domande rivolte al campione di partecipanti riguardavano efficacia, sicurezza e importanza dei vaccini.
Una delle conclusioni a cui si arriva è che le vaccinazioni convincono meno in Europa che altrove. Vi è tuttavia da segnalare un aumento della fiducia in Stati quali l'Italia, la Francia e la Finlandia. Globalmente, fanno notare gli autori, più una nazione si trova confrontata con un'instabilità politica o con estremismi religiosi e più la diffidenza cresce. Stando agli esperti le campagne mirate di disinformazione rivestono un ruolo molto importante a tal proposito.
Scende anche importanza percepita - Sul piano internazionale la Svizzera occupa la parte bassa della classifica. Detto dell'opinione sull'efficacia dei vaccini - la quota di chi la sostiene è scesa tra il 2015 e il 2019 dal 50% al 45% - vi è anche da riportare la diminuzione della fetta di popolazione che li considera importanti (dal 65% al 53%). Perlomeno in controtendenza, pur se non in modo particolarmente rilevante, il tasso di chi li ritiene sicuri, salito dal 30% al 33%.
«Questi risultati vanno di pari passo con il declino del numero di persone che si vaccinano contro l'influenza», afferma a Keystone-ATS Sonja Merten, dell'Istituto tropicale e di salute pubblica svizzero (Swiss TPH). L'esperta conosce bene il tema, essendo parte di una squadra che si occupa di studiare i motivi all'origine della titubanza a farsi vaccinare.
Il numero di vaccinazioni fra i bambini non è calato, evidenzia la ricercatrice. Quelle combinate costituiscono però un problema: i genitori sono meno in grado di decidere contro quali malattie proteggere i loro figli e quando farlo.
Vittime del successo - Secondo Merten inoltre, paradossalmente i vaccini «sono vittime del proprio successo». Grazie al loro utilizzo infatti, molte malattie sono di fatto scomparse dalla Svizzera e, all'interno dell'opinione pubblica, ciò porta ad aver più paura dei possibili effetti collaterali di un vaccino che della patologia stessa.
Altro aspetto da non sottovalutare è quello legato al parere dei dottori. Un precedente studio realizzato da Merten e dai suoi colleghi ha messo in luce come i medici non si posizionino chiaramente sull'argomento vaccini. Un'attitudine che insinua il dubbio nei pazienti e mina le loro certezze.
Pochi contro, in molti esitano - Sono comunque pochi gli svizzeri che si oppongono fermamente ai vaccini. «Il gruppo dei più veementi è estremamente ridotto», assicura il sociologo Michael Deml, a sua volta di Swiss TPH. La maggior parte delle persone non sono contrarie, bensì semplicemente indecise o esitanti.
Infine, atri lavori recenti respingono lo stereotipo secondo il quale i fautori della medicina complementare o alternativa sconsigliano ai propri pazienti di farsi vaccinare. Vi è invece una discussione riguardo a rischi e conseguenze, puntualizza Deml. Ciò incute fiducia, un aspetto centrale in vista del futuro vaccino contro il Covid-19.