L'Unione sindacale svizzera è convinta che l'economia può sopportare un aumento salariale nonostante la crisi.
I salari negli ultimi anni sono rimasti sostanzialmente invariati: «Lo 0.5% è un incremento chiaramente insufficiente»
BERNA - Nonostante la crisi del coronavirus, alcuni settori dell'economia godono di buona salute. Ne è convinta l'Unione sindacale svizzera (USS) che chiede aumenti salariali fino a 100 franchi al mese o del 2% nei rami e nelle imprese che ne hanno i mezzi.
Non bisogna dimenticare che «quest'anno saranno versati decine di migliaia di franchi di dividendi e tutto indica che sarà così anche l'anno prossimo», ha sottolineato il presidente dell'USS Pierre-Yves Maillard in una conferenza stampa oggi a Berna. A suo avviso, la crisi non può servire da alibi dappertutto e per tutti.
Quando l'andamento degli affari è positivo, occorre migliorare la situazione dei lavoratori, secondo l'USS. Per l'organizzazione sindacale, aumenti considerevoli dei redditi sono possibili nel 2020 e nel 2021 in certi settori.
«Chiaramente insufficiente» - L'USS ricorda come nel corso degli ultimi anni, nonostante la crescita economica, i salari reali siano rimasti sostanzialmente invariati. V'è stato un aumento soltanto nel 2019 (circa lo 0,5%), dopo due anni difficili per i lavoratori. Si tratta di un incremento «chiaramente insufficiente» visto lo sviluppo favorevole degli affari e una crescita del 5,9% del PIL tra il 2017 e il 2019.
Per l'USS, la 13esima mensilità dovrebbe essere interamente versata anche se l'impresa si trova in una situazione di lavoro ridotto durante l'anno. Infine, laddove vige ancora la disoccupazione parziale, l'Unione sindacale svizzera chiede ai datori di lavoro di versare il 100% del salario per le remunerazioni più basse, come avviene già in diverse aziende.