Medici senza frontiere critica la decisione di Berna di accogliere "solo" 20 minori da Lesbo
BERNA - La sezione svizzera di Medici senza frontiere (MSF) ritiene «semplicemente scandalosa» la decisione del Consiglio federale di accogliere solo 20 minorenni del campo profughi di Moria, sull'isola greca di Lesbo.
«Forte della sua tradizione umanitaria, la Svizzera può dare un esempio di solidarietà attraverso l'attuazione di canali sicuri» delle domande d'asilo, afferma la presidente di MSF Reveka Papadopoulos in una dichiarazione inviata all'agenzia Keystone-ATS.
L'invio di aiuti umanitari «non basta» e non dove contribuire al ripristino del vecchio «sistema di detenzione». Oltre ai minori, «altre persone rimangono particolarmente esposte», soprattutto al Covid, sottolinea la presidente di MSF, menzionando le famiglie con bambini piccoli, le vittime di violenza sessuale e i malati.
Accolti in un posto che poteva ospitare solo circa 3000 persone, questi 12'000 migranti hanno dovuto far fronte all'impatto di questo sovraccarico. E per protesta alcuni di loro hanno causato un incendio che ha distrutto il campo.
«Il nuovo patto europeo sulle migrazioni, che sarà annunciato il 23 settembre, è l'occasione di un forte atto politico dell'Europa a favore di una soluzione duratura», aggiunge Papadopoulos. In qualità di partner degli Stati membri dell'UE, la Svizzera «deve assumersi le proprie responsabilità», conclude.