È in corso uno studio su 672 pazienti tra il CHUV e l'HUG. Test dopo uno, tre e sei mesi dalla guarigione
«Alcune delle conseguenze possono essere legate ai trattamenti, come le cure in terapia intensiva».
GINEVRA - Si è ammalata alla fine di marzo. Tutto è iniziato con mal di gola, febbre e stanchezza. Virginie, 34 anni, è rimasta in malattia per cinque giorni, poi ha ricominciato con il telelavoro. Dopo tre settimane si è ripresa completamente, tranne un dettaglio: non aveva ancora riacquistato l’olfatto. E questa situazione è durata fino alla fine di luglio, ben quattro mesi.
Una cosa simile, ma più grave, è successa a Nicola, 52 anni. In primavera si è ammalato di Covid-19 ed è stato ricoverato e intubato. Sei mesi dopo è tornato al lavoro a tempo pieno e dice che sta tentando di riprendersi «la sua normalità». Ma non è facile: «Non ho recuperato né il gusto né l’olfatto, soffro di stanchezza perenne e perdita di memoria».
Secondo i primi dati, il 40% delle persone che hanno contratto il coronavirus presenta conseguenze a lungo termine. Gli ospedali universitari di Ginevra e Vaud hanno avviato degli studi su questo argomento. «Attualmente stiamo seguendo 672 pazienti in ambulatorio, che hanno contratto il virus. Vengono sottoposti a test dopo uno, tre e sei mesi», spiega a 20 minutes Mayssam Nehme, capoclinica presso il servizio di pronto soccorso dell’HUG (ospedale universitario Ginevra).
Secondo il professor Peter Vollenweider, «nei casi gravi, può trattarsi delle conseguenze di alcuni trattamenti, in particolare se i pazienti hanno passato molto tempo in cure intense, intubati». Anche quando il ricovero non è legato al coronavirus, infatti, chi ha necessitato per un lungo periodo delle cure intensive spesso ha delle conseguenze a lungo termine sullo stato di salute.
Santésuisse, dal canto suo, afferma di monitorare da vicino l’evoluzione della situazione. «Nei casi citati, sarà l’assicurazione malattia a intervenire per coprire i costi delle prestazioni atte al trattamento della malattia e delle conseguenze - spiega il responsabile della comunicazione Christophe Kaempf -. Ma per le altre problematiche bisogna far capo ad altre assicurazioni sociali, come la perdita di guadagno e la riqualificazione professionale da parte dell’AI».