L'idea è sapere in anticipo quali restrizioni entreranno in vigore a partire da quale soglia di gravità della situazione
Secondo il vicepresidente del PLR svizzero, Andrea Caroni, la popolazione potrebbe così prepararsi meglio alle (eventuali) future restrizioni.
BERNA - Il Consiglio federale ha annunciato domenica l'introduzione di nuove misure, con lo scopo di rallentare l'aumento dei casi di coronavirus nella Confederazione.
La presidente Simonetta Sommaruga ha poi dichiarato di essere pronta a prendere in considerazione misure più drastiche, se necessario. Il Consiglio federale ha tuttavia lasciato in sospeso quali sarebbero state le prossime misure e quando potrebbero venir adottate.
Pianificare, non reagire - Alcuni politici ed esperti, però, hanno criticato questa mossa, in quanto sarebbe meglio avere una strategia pronta, con misure che vengono introdotte passo per passo a seguito del peggioramento o miglioramento della situazione, invece che reazioni d'emergenza all'aumento dei casi.
Ad esempio l'epidemiologo Matthias Egger, membro della task force Covid-19 della Confederazione, auspica che il Consiglio federale comunichi già ora i prossimi passi possibili, affinché la popolazione possa prepararsi a tutti gli scenari. D'altronde è chiaro: se l'infezione non rallenta, si dovranno prendere ulteriori provvedimenti.
L'esempio irlandese - Come ha spiegato Egger al Tages-Anzeiger, la Svizzera potrebbe prendere come modello la strategia graduale adottata dall'Irlanda. Il governo irlandese ha infatti pubblicato il "Piano per vivere con il Covid-19" già a metà settembre.
La strategia irlandese prevede cinque livelli di gravità, l'ultimo dei quali porta a un secondo confinamento. Attualmente è stato raggiunto il quinto livello, quello di allerta massima, che farà scattare, a partire da mercoledì, un lockdown di 6 settimane nel paese.
Il documento, consultabile online dalla popolazione, regola in dettaglio tutti i settori della vita privata e pubblica. Ad esempio, le visite private nelle case per anziani, le restrizioni che entrano in vigore per bar e ristoranti, e i divieti per quanto riguarda i viaggi. Per illustrare qualche esempio pratico: le partite di calcio in Irlanda, a partire dal terzo livello, vengono giocate senza pubblico, mentre a partire dal quinto livello non avvengono proprio.
Pianificare, per la gente e l'economia - Il vicepresidente del PLR svizzero Andrea Caroni ha detto al portale 20 Minuten che «è incomprensibile che il consigliere federale Alain Berset non abbia da tempo messo sul tavolo un piano regolatore». Secondo Caroni, «stiamo volando a vista invece che prepararci e pianificare le prossime mosse; il Consiglio federale avrebbe potuto presentare un piano generale già in estate».
Il piano, secondo l'esponente del PLR svizzero, dovrebbe specificare quali misure verrebbero adottate e a partire da quali cifre. Tra i vantaggi di un piano del genere c'è la sicurezza di pianificazione per la popolazione e per l'economia, così «le persone sapranno esattamente quali restrizioni sono previste e quali no». Come padre vorrebbe sapere, ad esempio, se è prevista la chiusura della scuola in caso di un peggioramento della situazione.
Inoltre, un piano simile ha anche un effetto preventivo: «Se la popolazione volesse evitare a tutti i costi restrizioni più rigide, come un lockdown, potrebbe agire in modo più responsabile» ha concluso Caroni.
Consiglio federale o Cantoni? - Ruth Humbel, consigliera nazionale del PPD e presidente della Commissione della sanità, difende però il Consiglio federale: «Non siamo centralizzati come l'Irlanda, non spetta al Consiglio federale presentare un piano regolatore: ci sono i Cantoni al timone».
Tuttavia, anche Humbel è favorevole all'elaborazione di un concetto con misure pianificate: secondo lei, Consiglio federale, Cantoni e task force scientifica avrebbero dovuto sedersi insieme durante l'estate ed elaborare un piano. In particolare una strategia simile sarebbe utile se il numero di casi continuasse ad aumentare, con il pericolo che il sistema sanitario raggiunga i suoi limiti.
Alla domanda sul perché il Consiglio federale non abbia ancora presentato un piano, il portavoce André Simonazzi ha dichiarato che «Il Consiglio federale non commenta le dichiarazioni della stampa. Ha già comunicato in via ufficiale le sue misure e la sua politica».