I sindacati invece chiedono più protezione per posti di lavoro e salari.
BERNA - L'Unione svizzera degli imprenditori (USI) non vuole sentir parlare di un nuovo lockdown per contenere la diffusione del coronavirus e sostiene quindi le misure adottate dal Consiglio federale domenica. Per l'Unione sindacale svizzera (USS) invece le misure sanitarie devono essere accompagnate da provvedimenti per salvaguardare i posti di lavoro e i salari.
Per i datori di lavoro la priorità assoluta rimane quella di non bloccare l'economia, afferma l'USI in un comunicato. Anche un mini-lockdown costerebbe alla Svizzera diversi miliardi di franchi, aggiunge citando Jan-Egbert Sturm, economista del KOF.
«Attualmente il numero di casi è molto preoccupante e i ricoveri in ospedale sono in forte progressione», sottolinea l'economista del KOF. A suo avviso, se la situazione continua a evolvere in questa maniera, un nuovo confinamento sarà ineluttabile. «Per andare avanti, politica, economia e società devono collaborare», afferma l'esperto, sottolineando come nuovi contagi non siano stati contratti soltanto nelle discoteche, ma anche sul posto di lavoro.
A suo avviso, le aziende sono ora molto più preparate a contenere la pandemia grazie ai concetti di protezione testati nella pratica. Per gli imprenditori le principali rivendicazioni riguardano la diffusione di test rapidi e affidabili, la riduzione del periodo di quarantena e l'obbligo mirato d'indossare maschere adeguate ai concetti di protezione esistenti.
I sindacati chiedono invece misure per proteggere i posti di lavoro e i salari. Solo in questo modo si potrà evitare che la seconda ondata di coronavirus provochi una serie di licenziamenti senza precedenti, afferma un comunicato. La situazione del mercato del lavoro attualmente è molto tesa visto che le persone in cerca d'impiego sono aumentate durante l'estate. Inoltre molte aziende hanno esaurito le riserve durante la prima fase della crisi. L'USS chiede quindi di garantire integralmente il salario dei lavoratori con retribuzioni basse e la possibilità di ricorrere al lavoro ridotto per il maggior numero possibile d'impieghi.
Per quanto riguarda le misure di protezione nelle imprese, i sindacati chiedono d'intensificare i controlli della Suva e degli ispettorati del lavoro cantonali, assegnando anche personale supplementare a questi compiti. Garantire la sicurezza dei posti di lavoro è responsabilità della Confederazione e dei Cantoni. I piani di protezione sono efficaci se applicati correttamente, ma non tutti i datori di lavoro hanno capito la gravità della situazione, sottolinea l'USS. I sindacati chiedono pure un "bonus coronavirus" e migliori condizioni di lavoro per il personale del settore sanitario e delle case anziani, in prima linea nella lotta contro la pandemia.