I primi casi in Vallese e a Soletta. Anche nel Giura la capienza è al limite. Gli esperti sono preoccupati
E sulle case anziani: «C'è il rischio che le residenze decidano di non trasferire alcuni pazienti in ospedale, anche per proteggere il sistema»
SION - Gli ospedali iniziano ad essere pieni, in alcuni cantoni. A Soletta i posti in terapia intensiva si stanno esaurendo: già venerdì erano solo 15, a fronte di 17 pazienti che ne avrebbero avuto bisogno. Anche nel Giura le strutture sono sovraccariche, e alcuni pazienti sono stati trasferiti a Basilea.
La notizia più triste arriva dal Vallese, dove sono stati allontanati i primi pazienti. Un ultraottantenne ricoverato all'ospedale di Sion con gravi sintomi di Covid ha dovuto interrompere il trattamento. «Normalmente avremmo trasferito questa persona in terapia intensiva, in modo che avesse una minima possibilità di sopravvivenza» ha dichiarato alla Nzz am Sonntag Bienvenido Sanchez, vice-capo del reparto terapia intensiva. «Nella situazione attuale, però, preferisco tenere liberi gli ultimi letti per i casi in cui c'è più speranza».
In realtà il problema non sono tanto i "letti" in sé. All'ospedale di Sion ce ne sono ancora quattro liberi. Ma manca il personale. Le linee guida per il triage parlano chiaro: quando le risorse scarseggiano gli over 85 non vanno più ammessi. E nemmeno i pazienti over 75 che soffrono di cirrosi epatica, insufficienza renale o cardiaca. «Nessuno vuole dover prendere decisioni del genere» ha commentato alla SonntagsZeitung la professoressa Tanja Krones, responsabile dell'etica clinica presso l'Ospedale universitario di Zurigo.
L'altra metà del problema riguarda le case anziani. «C'è il rischio che le residenze decidano di non trasferire alcuni pazienti in ospedale, anche per proteggere il sistema» avverte Krones. Una sorta di triage "silenzioso" che, secondo l'esperta, andrebbe evitato a tutti i costi. Alcuni pazienti potrebbero decidere di rinunciare alla terapia intensiva (il cosiddetto auto-triage) e gli ospedali stessi potrebbero decidere di trasferire dei malati alle case anziani. Scene già viste in primavera, e che nessuno vorrebbe rivedere.