Non piace a un granconsigliere democentrista la proposta approvata a larga maggioranza dal parlamento cantonale.
L'autrice della mozione: «Tutti quelli che erano alla discussione in parlamento hanno notato che non era un esperto in quanto a mestruazioni».
BASILEA - Non è andata giù a tutti l'approvazione, da parte del Gran Consiglio di Basilea Città, di una mozione che chiede che alle allieve del cantone vengano distribuiti gratuitamente assorbenti igienici.
«Nel mondo: la gente muore a causa del coronavirus. Nel mondo: l'economia va in malora a causa del coronavirus. E noi: tamponi gratis per pochi...», ha commentato con un tweet il granconsigliere democentrista Joël Thüring, il cui partito si era opposto all'iniziativa della collega socialista Jessica Brandenburger fin dalla sua presentazione, in settembre.
Il cinguettio ha causato un certo dibattito: «Gli uomini lottano con la crescita della barba tutta la vita, le donne a un certo momento dopo i 40 anni non hanno più bisogno di tamponi. Questa è una penalizzazione degli uomini», scrive per esempio un utente che insiste sulla discriminazione e propone la distribuzione gratuita di schiuma da barba e rasoi per gli allievi maschi. «Anche le donne usano schiuma da barba e rasoi: i prodotti per le mestruazioni sono invece gli unici prodotti che usano solo le donne, anzi che devono utilizzare solo le donne», controbatte un'altra.
L'autrice della mozione, Jessica Brandenburger, mostra poco interesse per le critiche del collega: «A dire il vero, mi è indifferente quello che Thüring posta su Twitter», afferma la 27enne a 20 Minuten. «Tutti quelli che erano alla discussione in parlamento hanno notato che non era un esperto in quanto a mestruazioni», aggiunge.
E mercoledì sera, in effetti, il Gran Consiglio basilese ha appoggiato la sua mozione a larga maggioranza: 63 voti a 19. Anche molte deputate borghesi sembravano del resto essere assolutamente sensibili alla problematica. Alla domanda su quante, negli anni della scuola, fossero state costrette a tornare a casa perché sorprese dal ciclo e sprovviste di assorbenti igienici, in molte hanno alzato la mano.
La palla passa ora al Consiglio di Stato, che dovrà valutare come la proposta possa essere applicata e se, nel concetto, possano essere integrate anche le coppette mestruali, riutilizzabili e più ecologiche. Il governo cantonale dovrà inoltre valutare come sia possibile affrontare meglio il tabù del ciclo mestruale nell'ambito dell'educazione alla salute.