«Sarà la più grande della storia recente» spiega il capo dell'esercito, comandante di corpo Thomas Süssli
BERNA - L'esercito svizzero si aspetta per l'anno prossimo un'affluenza record, un effetto anche della pandemia: nelle scuole reclute (SR) sono previsti 1000 giovani in più, vale a dire circa 12'000. E in generale per far fronte agli oneri logistici le forze armate vorrebbero aprire al personale straniero.
«Nel 2021 vi sarà la partenza della SR più grande della storia recente», afferma il capo dell'esercito, comandante di corpo Thomas Süssli, in un'intervista pubblicata oggi dal Blick. «Stiamo cercando al momento località supplementari». Saranno formati anche più sanitari.
L'aumento - spiega l'alto ufficiale - si spiega con il fatto che molti giovani che in precedenza avevano rinviato la formazione in grigioverde ora, sulla scia della pandemia, hanno improvvisamente tempo. E coloro che sono nell'anno giusto non rimandano l'impegno.
In generale Süssli vuole rendere l'esercito più attraente, soprattutto per i giovani. Ma anche il sì solo risicato deciso in votazione in settembre per gli aerei di combattimento è un campanello d'allarme. «Serve un cambiamento, e serve subito! Non nel processo di acquisto dei velivoli (in tal ambito il popolo ha già preso una decisione, i prossimi passi sono chiari e non sono previsti compromessi), bensì nella concezione che la gente ha dell'esercito», si dice convito il graduato che è stato per lunghissimi anni solo ufficiale di milizia, con apprendistato come specialista di laboratorio chimico e in seguito carriera nel mondo della finanza (UBS, Credit Suisse e altre banche).
«L'esercito è diventato più piccolo e più giovane: ecco perché oggi non è più presente come una volta», spiega Süssli. «Ricordo ancora mio padre che tornava a casa in uniforme, con un fucile e un equipaggiamento completo. Oggi questo i bambini non lo vedono più. La sicurezza non è nemmeno un tema trattato a scuola. Dobbiamo spiegare per cosa siamo necessari. E far sapere che le capacità dell'esercito sono commisurate ai pericoli e alle minacce odierne».
L'esercito vuole essere anche più attraente per le donne. «Entro il 2030 puntiamo a una quota del 10%», afferma il padre di due figli con residenza nel canton Lucerna. Un obiettivo a suo avviso raggiungibile: se oggi la percentuale è dell'1%, nelle scuole reclute dell'anno prossimo si registrerà per la prima volta al 2%.
Süssli ribadisce anche di essere pronto a vedere determinate funzioni svolte da stranieri. «Chi lavora nella cucina di una mensa ha davvero bisogno di un passaporto svizzero? Necessitiamo di moltissimi specialisti civili, ad esempio nel campo della logistica e dell'informatica. Dobbiamo mantenere una mente aperta su questo», insiste l'ufficiale che in passato ha comandato una brigata di logistica. «Ma di per sé l'esercito di milizia continuerà a essere composto da cittadini svizzeri».