Secondo l'ambasciatrice elvetica la crisi può fungere da «sveglia» per perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Per Pascale Baeriswyl il coronavirus è infatti stato «un campanello d'allarme per i membri. Non eravamo sulla buona strada per raggiungerli».
NEW YORK - La pandemia di Covid-19 può spingere il mondo a perseguire più coerentemente gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Onu. Lo sostiene Pascale Baeriswyl, ambasciatrice per la Svizzera presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York, secondo cui il virus è stato un brusco risveglio per gli Stati membri.
Essendo stata la Grande Mela l'epicentro iniziale dell'epidemia negli Usa, per l'Onu le ripercussioni sono state notevoli, racconta Baeriswyl, che ha assunto quest'anno il suo attuale incarico, in un'intervista a Keystone-ATS. La sede dell'organizzazione, nota per le sue riunioni fiume in locali non sempre ben ventilati, ha chiuso i battenti fino alla fine dell'estate: un eventuale focolaio ne avrebbe infatti compromesso reputazione e funzionalità.
Baeriswyl ha vissuto bene il passaggio al digitale, una soluzione che a suo avviso offre nuove opportunità, come quella di collegarsi durante i meeting direttamente con persone sul campo. Il grande svantaggio, deplora però la 52enne diplomatica, è l'assenza del contatto umano e degli scambi informali. «Tutte le trattative, che richiedono un rafforzamento della fiducia reciproca, durano molto di più».
Ora, nel rispetto delle norme anti-Covid, gli incontri sono tornati a svolgersi almeno in parte a New York. Stando a Baeriswyl, con la sua Agenda 2030 e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile l'Onu ha già posto da anni le basi per rispondere ai problemi economici e sociali che il pianeta sta affrontando.
«Il coronavirus è stato un campanello d'allarme per i membri. Non eravamo sulla buona strada per raggiungere questi obiettivi», fa notare l'alta funzionaria, giurista, storica e linguista di formazione. «Ora la crisi ci ha portato ancora più fuori rotta, ma la volontà politica di adottare contromisure è maggiore di prima».
Baeriswyl ha poi affrontato temi caldi fra cui la candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il più potente organo dell'Onu, per il periodo 2023-24. La Confederazione non ha avversari e può contare sul ruolo della Ginevra internazionale, quindi nutre grandi speranze di ottenere una poltrona. Nell'istituzione siedono permanentemente Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Usa, che hanno diritto di veto.
Alla domanda su cosa si attende dalla nuova amministrazione Biden alla guida degli Stati Uniti, Baeriswyl risponde da buona diplomatica. «Mi aspetto quello che mi aspetto da ogni governo: la volontà di analizzare le grandi sfide del mondo sulla base di fatti scientifici e quella di risolvere questi problemi. Il miglior esempio è il cambiamento climatico», afferma la nativa di Berna ma cresciuta a Basilea.