Uno svizzero su due ha segnalato di aver avuto un peggioramento della propria salute mentale durante questi mesi.
Lo studio è stato condotto su scala mondiale: il Canada è la nazione dove questo problema è più diffuso. Seguono Pakistan e Stati Uniti.
BERNA - La pandemia di Covid-19 aggrava i sintomi delle persone che già soffrono di problemi psichici. Lo conferma uno studio su scala mondiale, al quale ha preso parte anche l'Università di Zurigo. In Svizzera, un partecipante su due ha segnalato tale fenomeno.
I pazienti hanno in particolare avuto la sensazione di perdere il controllo, indica in una nota odierna l'équipe internazionale guidata da Ali Jawaid, che in passato ha lavorato per l'ateneo della città sulla Limmat. A manifestare sintomi più accentuati durante l'epidemia sono stati i due terzi delle donne e la metà degli uomini.
Altri fattori hanno avuto un ruolo nel peggiorare la condizione di chi è affetto da disturbi di tipo psichico. Fra questi rientrano l'assenza d'interazioni sociali e le misure di contenimento del virus adottate dai vari governi.
Il problema sembra diffuso soprattutto in Canada, dove l'80% delle persone coinvolte nella ricerca lo ha palesato. Seguono il Pakistan (72%) e gli Stati Uniti (68%). Detto del 50% della Svizzera, vi è da segnalare il dato particolarmente basso della Turchia (29%). Il sondaggio è stato condotto online in primavera, sollecitando 2734 pazienti colpiti da malattie mentali in dodici diversi Paesi.
Gli esperti hanno inoltre individuato dei comportamenti il cui impatto è da considerarsi positivo: per esempio condividere le proprie inquietudini con le persone vicine, consultare con moderazione i social network o avere una visione realistica della situazione.
Il team ha anche analizzato i rapporti su 318 pazienti in America. È venuto a galla che il 44% ha sviluppato nuovi sintomi, soprattutto legati a disturbi del sonno. Un paziente su due ha avuto bisogno di nuove terapie.
Altri studi realizzati in Svizzera mostrano a che punto lo stress emotivo della popolazione si sia aggravato, in particolare durante la seconda ondata epidemica. Stando a un'indagine dell'Università di Basilea, la quota di chi ha manifestato segnali di depressione è aumentata dal 9% della primavera al 18% di novembre. Le cliniche psichiatriche dedicate a bambini e adolescenti hanno pure constatato un maggior afflusso di pazienti nel corso dell'autunno.