Il Cantone fa fatica a contare i turisti provenienti del Regno: «Ne abbiamo identificati 863, ma sono molti di più».
Inoltre delle persone identificate, 269 non sono state localizzate: «Sappiamo che sono in Vallese, ma non esattamente dove».
SION - I Cantoni stanno lavorando per identificare i turisti britannici e sudafricani presenti sul loro territorio, potenziali portatori del nuovo ceppo di Covid-19, particolarmente contagioso. Il Vallese - criticato nei giorni scorsi per averne persi di vista circa 200 a Verbier, secondo alcuni media - ha difficoltà a stimare il loro numero effettivo.
«Abbiamo identificato 876 persone provenienti dalla Gran Bretagna (863) e dal Sudafrica (13) sul territorio vallesano», ha spiegato all'agenzia Keystone-ATS Jean-Bernard Moix, direttore di Promotion santé Valais, che si occupa dei tracciamenti nel cantone.
Di questi, 291 giunti in aereo o fermati in dogana dal 14 dicembre sono stati annunciati dalla Confederazione. Gli altri 585 sono stati identificati dal Cantone, in particolare tramite gli uffici turistici e i Comuni, che hanno incoraggiato i turisti a registrarsi.
Ma la cifra di 875 non rispecchia la realtà, sottolinea Moix. Mancano tutti coloro che non si sono presentati alle autorità o che non sono stati aggiunti automaticamente alle liste durante un controllo. Secondo i dati raccolti, nelle due destinazioni preferite di Zermatt e Verbier, la prima aveva 125 turisti provenienti da questi due Paesi, e la seconda 114, ma «sappiamo che sono più numerosi».
Inoltre, delle 876 persone identificate, 269 non sono state localizzate. «Sappiamo che sono in Vallese, ma non esattamente dove», precisa Moix, aggiungendo che non saranno investite ulteriori risorse a questo scopo.
«Dal punto di vista della salute, non ci sembra essenziale conoscere il loro indirizzo, l'importante è che questi turisti abbiano ricevuto un sms che li invita a farsi testare gratuitamente e a mettersi in quarantena in modo da poter identificare immediatamente se sono portatori o meno del nuovo ceppo», spiega.
Oggi, 351 delle 876 persone inizialmente identificate sono ancora in quarantena. Gli altri hanno completato il loro isolamento e alcuni sono tornati a casa. «Fin dall'inizio il Vallese ha preso molto sul serio il tracciamento dei britannici», tiene a puntualizzare Moix.
Promotion santé Valais ha inviato i suoi elenchi alla polizia cantonale che, dopo aver richiamato alcuni collaboratori in vacanza, ha effettuato 150 controlli. Dodici persone non erano all'indirizzo indicato per la quarantena. Potrebbero essere segnalate al Ministero pubblico.