In Svizzera i decessi si contano soprattutto durante la prima e la seconda ondata della pandemia.
L'esperto: «Le autorità hanno aspettato troppo prima d'introdurre provvedimenti più restrittivi».
ZURIGO - Con 1'254 decessi alla settimana, a metà dello scorso ottobre in Svizzera il numero dei morti era ancora in linea con gli anni precedenti. Ma con la seconda ondata della pandemia, le cifre sono esplose. E da allora il nostro paese registra una netta sovramortalità, soprattutto tra gli over 65. Secondo i dati attualmente disponibili dell'Ufficio federale di statistica, al culmine di fine novembre sono morte 2'116 persone nel giro di una settimana. In media erano attesi 1'320 decessi.
Fino allo scorso 20 dicembre, nel nostro paese sono morte 6'180 persone in più del previsto. Se la tendenza resta la stessa ancora fino alla fine dell'anno, per il 2020 il numero dei decessi supplementari potrebbe superare le 6'500 unità. La sovramortalità è così chiaramente superiore a quella registrata nel 2015 e nel 2017 a causa delle forti ondate d'influenza stagionale, che avevano causato piu morti nei mesi di gennaio e febbraio.
Sulla base dei dati, in Svizzera si osserva una mortalità più alta per la seconda ondata che per la prima (quest'ultima era stata particolarmente intensa in Ticino e nella regione del lago Lemano). Christoph Berger, del Kinderspital di Zurigo, ritiene che «le autorità hanno esitato per molto tempo prima d'introdurre misure più restrittive». Secondo il medico, l'alta mortalità della seconda ondata poteva essere evitata con «provvedimenti più severi».