Oltre al ritardo sul vaccino, piovono critiche anche sull'arretratezza digitale del nostro paese
La strategia svizzera si è invece «dimostrata vincente», secondo la portavoce dell'UFSP Katrin Holenstein
BERNA - L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha infine risposto alle critiche piovute negli scorsi giorni sull'incapacità elvetica di fornire in modo celere il necessario numero di dosi di vaccino contro il coronavirus, difendendo la propria strategia.
La portavoce dell'UFSP Katrin Holenstein ha infatti dichiarato che la strategia elvetica si è dimostrata «vincente», e che l'UFSP è convinto che l'obiettivo di procurarsi vaccini per il 60% della popolazione sarà «presto» raggiunto e potrebbe essere addirittura superato con l'arrivo di ulteriori consegne da parte di Pfizer/BioNTech e l'approvazione del vaccino di Moderna. Insomma, le critiche non sarebbero giustificate, con l'UFSP che non dubita affatto della propria strategia.
Le critiche - Tra le accuse principali quella di Andreas Faller, ex vicedirettore dell'UFSP, alla "SonntagsZeitung". «La Confederazione avrebbe dovuto correre un certo rischio ordinandone una quantità sufficiente per l'intera popolazione da ciascun produttore» ha detto Faller, «è incomprensibile che l'UFSP abbia esitato così tanto».
Anche Martin Bäumle, Consigliere nazionale e fondatore dei Verdi liberali, ha poi dichiarato di condividere l'opinione di Faller: «Sappiamo sin dalla primavera che solo i vaccini possono farci uscire da questa crisi a lungo termine. Mi delude molto il fatto che le autorità, come per tutto il resto della pandemia, siano rimaste inattive su questo tema per così tanto tempo. Non ci sono scuse».
Il caos degli appuntamenti - Un altro dei punti critici è la prenotazione degli appuntamenti, cominciata in alcuni Cantoni mentre in altri non ancora (inizierà proprio oggi in Ticino).
La "SonntagsZeitung" ha infatti segnalato un sovraccarico dei numeri telefonici e dei siti web, che stanno andando in tilt a causa dell'enorme afflusso. «La Svizzera è un Paese in via di sviluppo digitale, purtroppo», ha dichiarato Martin Bäumle, che parla di un «fallimento collettivo» della Confederazione e dei Cantoni: «Non siamo riusciti a raccogliere dati uniformi per la ricerca di contatti e non siamo riusciti a stabilire per tempo uno strumento di prenotazione uniforme per le vaccinazioni. Questo è tanto triste quanto tragico».
Thomas Steffen, membro della Conferenza dei medici cantonali, ha ammesso che la digitalizzazione dell'assistenza sanitaria sarà una delle grandi lezioni che vanno apprese dalla pandemia di coronavirus. «Abbiamo visto chiaramente che siamo in ritardo e quali possono essere le conseguenze. La Svizzera deve affrontare questo problema il più presto possibile».
«Una strategia mirata» - In risposta alle accuse, l'UFSP ha affermato che la Confederazione ha perseguito fin dall'inizio una strategia «mirata e diversificata», poiché lo sviluppo e la disponibilità dei vaccini hanno sempre incluso molte incertezze.
«Da un lato la Confederazione conduce discussioni dirette con i produttori di vaccini, per avere tutte le informazioni più importanti. Dall'altro, si impegna a livello internazionale per garantire alla popolazione svizzera un numero sufficiente di vaccini contro il virus da SARS-CoV-2», ha dichiarato Katrin Holenstein.
Questa strategia si è dimostrata vincente, secondo la portavoce: «Siamo riusciti a firmare contratti con tre produttori di vaccini per ben 15 milioni di dosi». La situazione attuale dimostra anche che la Svizzera ha puntato sui produttori giusti: «Pfizer/BionTech è stata approvata in Svizzera a dicembre, l'approvazione di Moderna è prevista per gennaio, e anche il terzo vaccino, di AstraZeneca, è in fase di revisione presso Swissmedic» ha spiegato Holenstein.
Infine, come conferma Holenstein, in concomitanza con l'inizio ufficiale delle vaccinazioni, la prossima settimana sarà disponibile anche un sistema informatico più adatto per organizzare gli appuntamenti per vaccinarsi.