GastroSuisse lancia l'ennesimo grido d'allarme per salvare un settore ormai sull'orlo del baratro.
Il presidente Casimir Platzer: «Si rischiano altre decine di migliaia di licenziamenti. Il Consiglio federale abbia il coraggio d'indennizzare il settore».
BERNA - «Entro la fine di marzo la metà degli hotel e dei ristoranti in Svizzera fallirà se non otterrà subito degli indennizzi finanziari». È (l'ennesimo) grido d'allarme lanciato da GastroSuisse per tentare di salvare dal baratro un settore già duramente toccato dall'epidemia. Sì perché a ogni ondata pandemica ne corrisponde una di licenziamenti. La crisi della scorsa primavera aveva infatti già provocato la perdita di numerosi posti di lavoro. E la situazione è ulteriormente peggiorata durante la seconda ondata di novembre-dicembre. Tanto che, secondo un sondaggio condotto su 4'000 strutture, quasi il 60% degli esercizi pubblici che hanno effettuato licenziamenti nel corso dell'anno hanno dovuto farlo di nuovo alla fine del 2020. «Se la Confederazione non interviene subito - insiste il presidente di GastroSuisse Casimir Platzer - l'industria subirà una terza ondata di licenziamenti». E i posti a rischio sarebbero oltre centomila.
La situazione è precipitata nell'ultimo mese con la decisione del Consiglio federale di chiudere i ristoranti. E il prolungamento di questa misura potrebbe rappresentare il capolinea per un'attività su due. «Due ristoranti su tre soffrono di problemi di liquidità a causa della pandemia. L'esistenza di molti di loro è minacciata se non dovessero ricevere un risarcimento finanziario immediato», precisa Platzer. Una minaccia concreta e reale, tanto che alcuni ristoratori e albergatori hanno deciso di ribellarsi alle decisioni governative al grido di #wirmachenauf e di riaprire le proprie attività a partire da domani. Un'iniziativa, questa, da cui GastroSuisse ha subito preso le distanze. «Non abbiamo nulla a che fare con questa azione di disobbedienza civile - nata in Germania e diffusasi in vari Paesi europei - e non sappiamo chi ci sia dietro». Per l'associazione di categoria è «chiaro» che le misure decretate da Confederazione e Cantoni «debbano essere rispettate».
Nel contempo, però, GastroSuisse chiede al Governo di «avere il coraggio» d'indennizzare il settore con versamenti a fondo perso. «Solo questa misura permetterebbe d'evitare un'ecatombe di attività in tutto il Paese», conclude Platzer ricordando che mercoledì prossimo il Consiglio federale deciderà le sorti di tantissimi ristoratori e albergatori e di migliaia di dipendenti che potrebbero perdere il proprio posto di lavoro.