La consigliera federale Viola Amherd non esclude provvedimenti. E difende la scuola reclute a distanza
BERNA - A seconda dell'evoluzione della pandemia la Svizzera potrebbe vedersi costretta a chiudere anche i comprensori sciistici: lo afferma la consigliera federale Viola Amherd.
«Sulle piste si rimane all'aria aperta», riconosce la ministra della difesa in un'intervista pubblicata oggi dal portale Watson e dalle testate di CH Media. «Al momento è giusto che siano aperte, ma dobbiamo essere flessibili. A seconda degli sviluppi, potrebbe essere necessario chiuderle».
«È il virus a stabilire i ritmi, non la politica», prosegue la politica PPD, nota per essere stata in governo in favore di misure incisive anti-Covid. «È quasi impossibile pianificare a lungo termine».
Secondo Amherd si tratta di preservare gli interessi economici, ma non solo quelli. «La gente ha bisogno di qualcosa da fare nel tempo libero. Se non si può più fare nulla e se i contatti sociali sono completamente limitati l'impatto sulla psiche è enorme. È importante che ci si possa ancora muovere».
La responsabile del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) prende anche posizione sulle critiche di chi vede scarsa marzialità nella scuola reclute a distanza.
«Perché? È qualcosa di innovativo!», risponde la 58enne. «Di solito l'esercito viene sempre accusato di rimanere ancorato a vecchie strutture. In definitiva, si parla di apprendimento a distanza, che funziona bene in tutte le altre istituzioni educative, come le università e gli istituti tecnici. E prima o poi tutte le reclute dovranno arrivare in caserma: scaglionate, in modo da poter attuare i piani di protezione», conclude Amherd.