Lo indica il rapporto finale sull'incidente, costato la vita a venti persone nel 2018, pubblicato oggi dal SISI.
Evidenziati anche difetti nel materiale e lacune da parte della società che gestiva il servizio di voli turistici. Bacchettato anche l'UFAC. Guarda il video esplicativo.
BERNA - Ci sono la condotta di volo ad alto rischio a opera del pilota e difetti nel materiale dietro il tragico schianto del velivolo d'epoca Junkers Ju-52, costato la vita a 20 persone il 4 agosto 2018 presso il Piz Segnas, nei Grigioni. Lo indica il rapporto finale sull'incidente pubblicato oggi, nel quale il Servizio d'inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI) avanza 15 raccomandazioni.
Errore umano - Secondo la perizia, non vi sono dubbi sul fatto che la causa principale sia da imputare all'errore umano: «I piloti hanno condotto il velivolo a bassa quota, senza possibilità di una rotta alternativa e con una velocità pericolosamente bassa per queste condizioni all’interno della valle sudoccidentale del Piz Segnas», spiega il rapporto del SISI. «In questa valle l’aereo ha attraversato turbolenze che sono sempre prevedibili vicino al suolo nelle montagne. Questa condotta del volo altamente rischiosa ha comportato la perdita di controllo non recuperabile del velivolo a causa della mancanza di spazio. Quale conseguenza, l’aereo è precipitato in modo praticamente verticale al suolo».
Altri fattori - Il SISI precisa che vi sono stati anche altri fattori che hanno contribuito allo schianto: «A causa di un'inadeguata preparazione del volo e a un errore del software nel Ju-52, il baricentro del velivolo era spostato troppo indietro, verso la coda», si spiega nel rapporto. Inoltre, secondo gli esperti, i piloti della Ju-Air erano soliti non seguire le regole per operazioni di volo sicure e correvano forti rischi anche quando avevano passeggeri a bordo. Per il SISI, la società che gestisce il servizio di voli turistici Ju-Air non ha tenuto conto dei «significativi rischi» che voli di questo genere comportano e da tempo non soddisfaceva i requisiti per garantire operazioni condotte in sicurezza.
Il SISI, poi, bacchetta anche l'Ufficio federale dell'aviazione civile (UFAC) che in qualità di autorità di sorveglianza «non ha saputo riconoscere i numerosi problemi legati alla sicurezza». Tra le altre cose, viene spiegato nel rapporto, l'aereo precipitato non era tecnicamente in ordine, anche se questo non avrebbe influito sull'incidente.
La tragedia - L'aereo, uno Ju-52 del 1939 immatricolato HB-HOT e noto con il nome di "Tante Ju" (Zia Ju), era decollato il 4 agosto 2018 da Locarno-Magadino e sarebbe dovuto atterrare a Dübendorf (ZH). È però precipitato nelle montagne a nord di Flims, causando la morte di tutte le persone a bordo: 17 passeggeri e tre membri dell'equipaggio.
L'UFAC fa mea-culpa - Interpellato dall'ATS, il portavoce dell'UFAC Antonello Laveglia ha ammesso che qualcosa non ha funzionato nella maniera giusta: «La sorveglianza su Ju-Air non è stata soddisfacente e «non abbiamo riconosciuto le carenze a livello di applicazione della cultura della sicurezza nell'azienda: i nostri sforzi era troppo concentrati sugli aspetti più formali».