Solo lo 0,6% degli svizzeri ha scelto località esotiche nel 2020. Ma un terzo non si è proprio mosso da casa.
La preoccupazione degli esperti: «C'è chi non ha preso vacanze. Si può star bene anche senza partire, ma l'importante è staccare»
ZURIGO - Anche se sono solo pronostici, c'è nell'aria l'idea di un post covid più o meno imminente. Le previsioni tuttavia non sono ottimistiche. Al di là della pandemia, infatti, sembra stagliarsi un panorama fatto di ansie e problemi psichici che saranno gli strascichi duraturi di questo periodo difficile. Una delle tante cause è da rintracciare nell'impossibilità di partire e quindi di godersi delle meritate vacanze.
Per ciò che riguarda il 2020 i dati parlano chiaro: solo lo 0,6% degli svizzeri si è recato in località esotiche. Ma il 33 per cento non è proprio andato in vacanza l'anno scorso, secondo un sondaggio del TCS. Uno su tre dei circa 1.300 intervistati ha ammesso di avervi completamente rinunciato nel 2020. Nel 2019, solo il 16% era rimasto a casa.
Questo non vuol dire che la gente abbia smesso di desiderare località calde, esotiche e spiagge idilliache. Anzi, la voglia di una vacanze all'estero è grande, come confermato da un portavoce di Kuoni. «I clienti scalpitano e hanno voglia di recuperare il tempo perso», sottolinea un portavoce. Kuoni si aspetta un'impennata delle prenotazioni per il periodo estivo.
Fardello emotivo - Nel frattempo l'assenza prolungata di quello "staccare la spina" a cui eravamo abituati rischia di mettere a dura prova i nostri nervi, come spiega a 20 Minuten lo psicologo aziendale Christian Fichter dell'Università di scienze applicate di Kalaidos: «Chiunque fosse abituato alle vacanze a Maiorca e sia stato costretto a prendere confidenza con la Valle Maggia può averlo percepito come un qualcosa che gli è stato sottratto». Anche i giovani, che magari per la prima volta avevano il desiderio di esplorare il mondo e nel 2020 non hanno potuto farlo, avranno percepito questa costrizione con tristezza.
In casi estremi, un viaggio atteso che finisce con un buco nell'acqua potrebbe essere causa di danni permanenti per chi è già psicologicamente a rischio, magari perché ha pochi contatti sociali, è depresso o esposto a troppe pressioni sul lavoro. Potrebbe essere un problema anche per chi ha molti legami sociali all'estero e non riesce a trovare un modo per mantenerli senza viaggiare.
«Campioni del mondo di adattamento» - Per la maggior parte delle persone, la voglia di viaggiare non è motivo di preoccupazione, afferma Fichter. «Gli esseri umani possono adattarsi - siamo campioni del mondo in questo». Anche il valore ricreativo della vacanza non dipende necessariamente dal luogo in cui ci si trova: «In teoria, potresti rilassarti anche a casa tua».
Fichter, invece, è preoccupato per chi, non potendo partire, sceglie di non andare in ferie. «Non bisognerebbe farlo. Abbiamo tutti bisogno di una pausa occasionale dal lavoro. È importante utilizzare questo tempo per recuperare il più possibile».
A causa dell'enorme desiderio di staccare e partire, le agenzie viaggi prevedono un boom di richieste per l'estate. Secondo un sondaggio, un quarto si aspetta che questa impennata inizierà a metà anno. Un altro 26% non pensa che ciò avverrà prima dell'autunno. Poco meno della metà delle agenzie di viaggio intervistate ritiene, tuttavia, che non ci sarà nessuno boom nel 2021.