Sedici i decessi, ma «non sono stati trovati indizi concreti che la vaccinazione sia stata causa della morte»
BERNA - Finora, dall'inizio della campagna vaccinale anti-Covid-19, a Swissmedic sono pervenute 95 notifiche "gravi". In 16 di questi casi le persone sono decedute a differenti intervalli di tempo dalla vaccinazione. Queste segnalazioni non forniscono indicazioni riguardanti nuovi problemi di sicurezza, assicura però l'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici.
Le persone decedute avevano in media 86 anni e nella maggior parte dei casi gravi patologie pregresse, scrive l'autorità di omologazione e controllo dei medicamenti e dei dispositivi medici in un comunicato diramato oggi pomeriggio, che fa il punto sugli effetti collaterali dei vaccini fino al 24 febbraio.
I casi di morte sono stati analizzati con particolare attenzione: in base all'attuale stato delle conoscenze, a provocare il decesso sono state malattie come infezioni, eventi cardiovascolari o patologie polmonari e respiratorie. Nonostante un'associazione temporale con la vaccinazione, «non vi sono in nessun caso indizi concreti che la vaccinazione sia stata causa del decesso», sottolinea Swissmedic ricordando che risultati simili dopo la valutazione dei decessi temporalmente associati alla vaccinazione anti-Covid-19 sono stati ottenuti anche dalle autorità di controllo dei medicamenti di altri Paesi e dall'Organizzazione mondiale della sanità.
La Legge sugli agenti terapeutici (LATer) obbliga gli operatori sanitari a notificare a Swissmedic effetti indesiderati gravi o finora sconosciuti. Le reazioni ai vaccini non gravi e molto frequenti non devono essere comunicate: esse comprendono dolori e gonfiore temporanei nel punto di iniezione, stanchezza, brividi, febbre, cefalea e dolori muscolari e articolari.
95 notifiche "gravi" - Dall'inizio della campagna vaccinale complessivamente all'Istituto sono pervenute 364 notifiche: 95 (tra cui quelle associate ai 16 decessi) sono state classificate come gravi. Le persone sono state trattate in ospedale o le reazioni sono state considerate clinicamente significative per altri motivi, ma nella maggior parte dei casi non si sono rivelate pericolose per le persone colpite.
Le reazioni più frequenti notificate in questi casi sono state herpes zoster (comunemente chiamato fuoco di Sant'Antonio, (8), febbre (8), cefalea (7), sintomi da Covid-19 (9) e reazioni allergiche, compresi quattro casi di reazioni anafilattiche.
I tre quarti delle notifiche (74%) sono state classificate come non gravi. Tutte le reazioni analizzate, gravi e non gravi, non si discostano dalle conoscenze già accumulate da Swissmedic, che ha del resto già comunicato in proposito in bollettini precedenti.
Centonovantanove segnalazioni (sulle 364) erano riferite al preparato di Pfizer-BioNTech e 154 a quello di Moderna (in due casi non è stato specificato il vaccino). La maggior parte delle notifiche è stata inoltrata da operatori sanitari, ma 28 sono state inviate direttamente dalle persone colpite. Le segnalazioni riguardavano in gran parte le donne (67%), il 28,3% gli uomini e in alcune notifiche (4,7%) non è stato indicato il genere.
Swissmedic sottolinea che le notifiche di effetti indesiderati finora ricevute «non incidono in alcun modo sul profilo rischi-benefici positivo» dei vaccini.