Questa la strategia del Consiglio federale in vista delle prossime riaperture.
Per incentivare la popolazione a farsi testare, i costi saranno assunti integralmente dalla Confederazione.
BERNA - Per interrompere in modo mirato le catene di contagio bisogna poter identificare rapidamente i portatori del virus. Ne è convinto il Consiglio federale che, a tale scopo, ha progettato una strategia ad-hoc. I test sono dunque un elemento fondamentale nella lotta alla pandemia.
Ora che sono disponibili capacità di test e di laboratorio sufficienti e ci si potrà presto testare da soli, il Governo federale intende intensificare i test rendendoli gratuiti per tutti. In questo modo vuole favorire la riapertura graduale della vita sociale ed economica.
«Ci troviamo in una situazione nuova», ha sottolineato Alain Berset nel corso di un incontro con i media da Berna. «Abbiamo modificato la nostra strategia in modo da poter essere in grado di mantenere il controllo della situazione. È un enorme cambiamento di rotta» ha aggiunto.
«Poiché le varianti più contagiose del virus si stanno diffondendo sempre più rapidamente - ha aggiunto -, bisogna rafforzare la prevenzione e il rilevamento tempestivo dei focolai locali. L'obiettivo è che il 40 per cento di tutte le persone in Svizzera venga testato regolarmente», afferma Berset.
Previsti test gratuiti dal 15 marzo - Il Consiglio federale ha già esteso più volte la strategia di test. Oggi la Confederazione non finanzia soltanto i test delle persone con sintomi, ma anche quelli delle persone senza sintomi nelle case per anziani e nelle scuole e quelli necessari per soffocare i focolai locali. Dal 15 marzo assumerà i costi di tutti i test.
Test a ripetizione nelle imprese e nelle scuole - La popolazione mobile delle imprese e delle scuole sarà controllata a ripetizione con test salivari di gruppo. Con questo sistema, i campioni prelevati dalle persone testate non sono analizzati individualmente, ma tutti insieme. In questo modo si riducono notevolmente i costi del materiale e si risparmia molto tempo.
I test a ripetizione nelle imprese non sostituiscono tuttavia i piani di protezione, ma ne costituiscono piuttosto un rafforzamento. «La partecipazione sarà ovviamente facoltativa - fa notare Berset -. Inoltre, le aziende che testano regolarmente l'80% della loro forza lavoro non dovranno mettere in quarantena chi non ha sintomi».
Test fai da te per tutti - Sin dall’inizio, il successo della lotta alla pandemia dipende anche dalla responsabilità individuale della popolazione. Il Consiglio federale vuole pertanto facilitare anche l’accesso ai test fai da te. Tutti dovrebbero potersi testare regolarmente, anche se non hanno sintomi.
L’idea è che ogni persona possa ritirare cinque test fai da te al mese. Poiché non sono ancora disponibili sufficienti informazioni sul loro impiego da parte delle persone asintomatiche, l’Ufficio federale della sanità pubblica non ha ancora approvato questi test. «Ma non appena saranno disponibili li distribuiremo - assicura Berset -. Il prerequisito è che soddisfino gli standard di qualità». l Consiglio federale propone quindi che la Confederazione assuma anche i costi dei test rapidi effettuati nelle farmacie e nei centri di test. Questa regola si applica anche ai frontalieri.
Berset presume che gli autotest saranno disponibili al più presto ad aprile. Se verranno introdotti, non sarà pratico comunicare i risultati negativi all'UFSP. «Chiunque abbia un test rapido positivo deve eseguire un test PCR ed entrare in quarantena» sottolinea il Consigliere federale. «Riteniamo che nel momento in cui questa strategia sarà operativa e a regime, potremo andare avanti con ulteriori riaperture. Quello che non vogliamo è un effetto yo-yo. La cautela resta centrale».
L’estensione della strategia di test comporta dei rischi - L’estensione della strategia di test comporta determinati rischi, perché ogni risultato costituisce soltanto un’istantanea. Inoltre, i test fai da te sono molto meno affidabili dei test PCR. Un risultato negativo non deve dare un senso di falsa sicurezza e indurre a comportamenti superficiali. Sarà ancora necessario indossare la mascherina e tenersi a distanza. È inoltre importante che le persone risultate positive a un test rapido o a un test fai da te si sottopongano a un test PCR di conferma e si mettano immediatamente in isolamento. Resta ancora da appurare se per partecipare a determinate manifestazioni o per accedere a determinati settori possa essere richiesto un test negativo.
Privilegi per coloro che risulteranno negativi? «Se ne parlerà - conclude Berset -. Per ora ci vuole un test PCR negativo per viaggiare, ma passo dopo passo studieremo come muoverci per il futuro. La priorità assoluta ora, nonostante la fragile situazione, è muoversi verso la normalità, ma senza correre rischi troppo grandi. E sappiamo che un certo rischio lo stiamo già correndo».
Costi stimati in un miliardo di franchi - I costi per l’estensione della strategia di test sono stimati per il 2021 a oltre un miliardo di franchi. La base legale è costituita dalla legge COVID-19, limitata fino alla fine dell’anno.
Autotest
«Ce ne sono alcuni già in circolazione. Sono usati nel naso, ma non bisogna andare troppo in profondità», spiega Berset. «La questione dell'affidabilità è ora centrale», afferma il Consigliere federale. «Se non funzionano per persone asintomatiche, non possiamo usarli». Chiaramente, come già accade per i test attualmente in circolazione, «non saranno in gradi di determinare la mutazione del virus».
Non saranno previsti acquisti da parte della Confederazione. Si prevede piuttosto che le aziende che li producono arriveranno sul mercato con i loro prodotti. Saranno distribuiti attraverso le farmacie.
Dovessero risultare positivi dovranno essere seguiti da un test PCR per scongiurare il rischio di falsi positivi.