La consigliera di Stato Carmen Walker Späh si oppone all'obbligo imposto dall'autorità federale.
Secondo la responsabile del Dipartimento dell'economia Berna dovrebbe «abrogare al più presto questa normativa sproporzionata».
ZURIGO - «Il telelavoro danneggia in modo enorme l'economia»: lo afferma la consigliera di stato zurighese Carmen Walker Späh, che si oppone all'obbligo imposto dall'autorità federale di rimanere attivi professionalmente a casa propria, per quanto possibile, con l'obiettivo di contenere la pandemia di coronavirus.
«Il Consiglio federale farebbe bene ad abrogare al più presto questa normativa sproporzionata», sostiene la 63enne in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). «Questo con tutto il rispetto l'home office volontario», aggiunge.
In una conferenza stampa, ieri, la responsabile del Dipartimento economia aveva lanciato un grido d'allarme, parlando di un crollo della congiuntura cantonale «peggiore di quanto potessimo immaginare nei nostri peggiori incubi»: la flessione, in termini di prodotto interno lordo, sarà di 15 miliardi di franchi al termine di quest'anno.
Nell'intervista odierna Späh rincara la dose, soffermandosi sulle difficoltà dell'aeroporto, sugli alberghi desolatamente vuoti (contrariamente a quelli alpini, dove invece si è concentrata l'attenzione), sul calo dell'affluenza del trasporto pubblico locale, il cui deficit dovrà essere coperto dal cantone e dai comuni. In quest'ultimo ambito la donna politica PLR con studi in giurisprudenza punta il dito proprio contro il telelavoro e gli effetti che sta avendo sulla mobilità: ad esempio alla fine del 2020 erano in circolazione il 20% di abbonamenti in meno di prima dello scoppio della pandemia.