Si è tenuta questo pomeriggio l'ormai tradizionale conferenza stampa degli esperti della Confederazione.
«Con i test di massa possiamo gestire meglio la pandemia, con la vaccinazione possiamo farla finire», ha detto il presidente della task force Martin Ackermann.
BERNA - Al termine di un dibattimento interminabile, il Consiglio nazionale ha respinto ieri la richiesta di fissare un termine ultimo per la riapertura di bar e ristoranti il 22 marzo. La Camera bassa ha inoltre stabilito che non deve aver alcun diritto di veto su eventuali chiusure totali o parziali decise dal Consiglio federale per arginare la pandemia di coronavirus. Il tema delle riaperture, ma non solo, sono all'ordine del giorno della tradizionale conferenza stampa degli esperti della Confederazione.
Casi in leggero aumento - «Purtroppo non osserviamo più una diminuzione dei casi, ma piuttosto un leggero aumento delle nuove infezioni, comune per tutte le classi d'età», ha debuttato la responsabile delle malattie infettive dell'UFSP Virginie Masserey. Che ha in seguito snocciolato alcuni dati relativi alla presenza del virus nel nostro Paese. Anche il numero di contagi riconducibili alle cosiddette varianti continua a salire: sono ormai oltre il 70% dei casi segnalati. «Grazie alla campagna di vaccinazione degli anziani che prosegue, le misure di protezione delle case di cura e di riposo hanno potuto essere alleggerite», ha aggiunto.
Diversificazione - «Entro l'estate tutti coloro che lo desiderano potranno essere vaccinati», ha ribadito nuovamente Nora Kronig (responsabile fra le altre cose dell'approvvigionamento dei vaccini). La strategia rimane la stessa: diversificata (vaccini di diverse aziende), in modo che l'approvvigionamento sia sempre garantito.
Test di massa - Il presidente della task force Martin Ackermann ha confermato quanto anticipato da Masserey: «Sono state registrate molte infezioni della cosiddetta variante britannica. Sono necessari maggiori sforzi per evitare che questa variante si diffonda ulteriormente». Per questo le limitazioni che riguardano la mobilità e i contatti fra le persone rimangono utili, così come i test di massa. «I test di massa dovrebbero aiutare anche a identificare le infezioni asintomatiche», ha spiegato Ackermann.
Ancora troppi pochi vaccinati - Il numero di persone vaccinate è ancora troppo piccolo per avere un impatto sul numero d'infezioni. «Con i test di massa possiamo gestire meglio la pandemia, con la vaccinazione possiamo farla terminare», ha concluso Ackermann. Finora (ma la percentuale varia da cantone a cantone) circa il 30% degli over 80 è ricevuto la vaccinazione completa (prima dose e dose di richiamo).
Virus nelle acque riflue - Per la prima volta si è presentato davanti alla stampa Christoph Ort, responsabile del Dipartimento gestione acque urbane dell'Istituto Federale Svizzero di Scienza e Tecnologia dell'Acqua (Eawag). Ort ha presentato uno studio condotto in collaborazione con l'EPFL di Losanna che mostra come l'andamento della pandemia sia visibile anche attraverso le acque riflue. «L'andamento può essere identificato con pochi campioni», ha detto Ort. Tuttavia, i campioni non possono essere utilizzati per stimare quante persone sono state infettate dal coronavirus e per identificare varianti del virus non ancora note.
Misure di protezione sempre d'attualità - Il medico cantonale zughese e presidente dell'Associazione dei medici cantonali Rudolf Hauri si è dal canto suo nuovamente appellato al rispetto delle misure d'igiene, di protezione e di distanziamento sociale. «Solo in questo modo potremo creare una situazione favorevole alla riapertura di bar e ristoranti».
Johnson&Johnson - Terminati gli interventi, è stato il momento delle domande. Una di queste chiedeva se ci siano dei contatti con Johnson&Johnson per la fornitura del suo vaccino. «Non possiamo entrare nel merito di eventuali trattative in corso», ha tagliato corto Nora Kronig. Sui test di massa è stato invece precisato che sarà compito dei cantoni metterli in atto. Per questo potrebbe volerci ancora qualche settimana prima che in tutti i cantoni si possa partire.
Bar e ristoranti - L'attesa domanda sulla riapertura di bar, ristoranti e centri fitness non ha trovato risposta. «Ad oggi non è possibile stabilire una data con precisione. Bisogna procedere con cautela, anche perché il rischio di sovraccaricare il sistema sanitario, nonostante i vaccini già somministrati, esiste ancora», ha spiegato Martin Ackermann.
Test rapidi - Sarà la Confederazione a coprire i costi dei test rapidi, mentre l'approvvigionamento toccherà a farmacie e laboratori, direttamente sul mercato. «Gli autotest vengono forniti dalle farmacie, che li fatturano alle assicurazioni sanitarie. Verranno poi pagati dalla Confederazione». Tutte le persone che risultano positive a un test rapido dovranno sottoporsi a un tampone tradizionale.
Quando senza mascherina? - Un ritorno alla vita normale, senza mascherina, non è però ipotizzabile per il futuro prossimo. «Ci saranno graduali allentamenti, ma non è possibile dire ora quando potremo tornare a vivere senza mascherina». Anche perché «è possibile che in futuro avremo delle ondate stagionali».
Gli esperti - Partecipano alla conferenza stampa Nora Kronig, vicedirettrice della Divisione affari internazionali dell’UFSP, Virginie Masserey, responsabile della Sezione malattie infettive in seno all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), Rudolf Hauri, presidente dell’Associazione dei medici cantonali, Martin Ackermann, capo della task force nazionale Covid-19 e Christoph Ort, responsabile del Dipartimento gestione acque urbane dell'Eawag