ACSI, FRC e Konsumentenschutz colgono l'occasione per evidenziare i problemi di un anno di pandemia
BERNA - Durante la pandemia di Coronavirus, innumerevoli diritti dei consumatori che davamo ormai per scontati sono stati improvvisamente vuotati di senso. In molti casi, malgrado l’avvenuto pagamento, il servizio non è stato fornito. Questa situazione ha messo in evidenza come molti venditori e fornitori di servizi abbiano semplicemente scaricato i rischi sui propri clienti modificando le condizioni generali dei contratti. È la riflessione delle organizzazioni di difesa dei consumatori (ACSI, FRC e Konsumentenschutz) in occasione del 15 marzo, giornata mondiale dei diritti dei consumatori.
Le condizioni generali (CG) vanno spesso a svantaggio dei clienti. È quanto ha portato alla luce la pandemia di Covid-19. «Questa situazione innesca spesso un dialogo fra sordi: da un lato i consumatori, che hanno pagato un determinato bene o servizio senza poi ottenerlo, rivogliono i loro soldi. Dall’altro, i fornitori, che non danno seguito a queste richieste, trincerandosi dietro le proprie CG».
I servizi di consulenza delle associazioni dell’Alleanza delle organizzazioni dei consumatori (ACSI, FRC, Konsumentenschutz) si sono scontrati durante tutto il 2020 con questi problemi. «Buoni di agenzie di viaggi e date posticipate, ad esempio di un concerto, non devono essere imperativamente accettati, poiché la data è un fattore determinante nella scelta di acquistare un determinato servizio».
L'auspicio? «Anche l’Alleanza ha sottolineato che nella situazione attuale la pazienza e la buona volontà dei consumatori verso i fornitori è auspicabile. C’è però una differenza fra la scelta del consumatore di venire incontro all’azienda, o un’imposizione in questo senso».