L'isolamento dovuto al lockdown genera attacchi fisici e psicologici nei confronti dei genitori
L'esperto: «Stress e frustrazione escono tra le mura domestiche, anche perché ci sono meno contatti con coetanei»
ZURIGO - Tra le mura domestiche si constata, negli ultimi mesi, un aumento della violenza. E non mancano casi in cui gli autori sono proprio bambini e adolescenti, che diventano violenti nei confronti dei genitori. Si parla di attacchi fisici e psicologici, come fanno sapere i centri di consulenza.
«Abbiamo notato un significativo aumento di episodi di violenza domestica in cui bambini e adolescenti esercitano violenza contro i propri genitori» afferma, per esempio, Fedor Bottler del Servizio di consulenza alle vittime di Zurigo. Uno dei motivi alla base di tale fenomeno, secondo l'esperto, è da ricercare nell'isolamento dovuto anche ai periodi di lockdown. «La pandemia - afferma - sta rafforzando soprattutto le pressioni e i conflitti esistenti» dice ancora Bottler. Così anche Yvonne Müller della consulenza per genitori di Zurigo, secondo cui la pandemia «è come scintilla» che aggrava le situazioni di conflitto.
Soprattutto i più giovani soffrono a causa delle misure anti-coronavirus, spiega Dirk Baier, responsabile dell'Istituto di delinquenza e prevenzione della criminalità all'Università di scienze applicate di Zurigo. «Non sorprende quindi che proprio in questa categoria si registri il maggior numero di persone colpite da disturbi depressivi durante la pandemia». Inoltre, i giovani sono più impulsivi degli adulti. «Questo significa che lo stress da loro vissuto viene fuori attraverso la violenza fisica e verbale. Uno stress che viene riversato anche sui genitori, anche perché ci sono meno contatti con coetanei».
La testimonianza di una madre: «Mia figlia è diventata aggressiva»
L'esperienza di D.L.*: «Per quasi un anno a casa ho avuto dei violenti litigi con mia figlia di dodici anni. Gridava quando a scuola c'erano dei problemi. C'erano stati dei conflitti con i compagni. I docenti erano sopraffatti da lei. E lei scaricava tutta la sua frustrazione entro le mura di casa. Quando le ho detto che il suo comportamento a scuola era inappropriato, è diventata aggressiva nei nostri confronti. Ha smesso di fare i compiti, si è chiusa in camera e ha anche cominciato a fare autolesionismo. Un pedagogista ci ha fatto capire che nostra figlia non si fidava più di me e di mio marito. Pensava che non le credessimo. Da allora la situazione è migliorata».
*nome noto alla redazione