Il Consiglio federale ha deciso di ampliare gli aiuti permettendo di richiedere il risarcimento retroattivamente.
Berset ha anche accennato alla riapertura delle terrazze nei Grigioni e in Ticino: «Non basta una lettera per cambiare le regole. Se ne riparlerà dopo Pasqua».
BERNA - Le realtà culturali ricevono una nuova boccata d'ossigeno in termini finanziari. Il Consiglio federale ha infatti deciso oggi che coloro che operano nel campo della cultura potranno beneficiare retroattivamente, dal 1° novembre 2020, di indennità per perdita di guadagno. In questo modo è garantita loro la copertura ininterrotta dei danni subiti dal 20 marzo 2020.
Si tratta dell'ordinanza COVID-19 cultura, che viene estesa anche agli operatori occasionali, ovvero a quelle persone con contratti a tempo determinato che cambiano spesso datore di lavoro. Inoltre, per venire incontro a questa categoria di persone che da un anno a questa parte si trova confrontata con un settore ormai fermo a tutti gli effetti, il Consiglio federale ha deciso di allentare le condizioni per richiedere aiuti finanziari d’emergenza: la sostanza massima computabile per avervi diritto è stata innalzata da 45 000 a 60 000 franchi.
«L’aumento di questo limite per ciascuno figlio, per cui vi è un obbligo di mantenimento, passa da 15 000 a 20 000 franchi» spiega il Consiglio federale. E aggiunge: «per la valutazione delle richieste è presa in considerazione soltanto la sostanza liberamente disponibile, esclusi dunque i beni immobili».
Infine, per accelerare il versamento dei sostegni finanziari agli operatori culturali in difficoltà, Suisseculture Sociale e i Cantoni possono accordare loro un anticipo se entro 30 giorni dalla presentazione della domanda non è ancora stata presa una decisione.
Una delle realtà più colpite - «La cultura è una delle industrie più gravemente colpite da questa pandemia - ha sottolineato il consigliere federale Alain Berset durante la conferenza stampa di presentazione degli aiuti -. Gli operatori culturali non sono responsabili della crisi, capiamo quindi la loro frustrazione. Dall'inizio della crisi, al Consiglio federale è stato subito chiaro quanto fosse difficile la situazione per loro».
Oltre 200 milioni nel 2020 - «Nel 2020, il Governo federale ha speso oltre 200 milioni di franchi in operatori culturali - ha sottolineato Berset -. Oggi il Consiglio federale ha deciso di ampliare questi aiuti permettendo di richiedere il risarcimento retroattivamente, a partire da novembre 2020. Questo sarà possibile dal 1 aprile». «Sappiamo che ci sono ancora degli aspetti da perfezionare - ha quindi aggiunto -, ma nel settore culturale ci sono molte situazioni diverse e l'aiuto viene costantemente adattato». Viene infine assicurato che, dovessero esaurirsi i fondi stanziati, si provvederà con aiuti ulteriori per far fronte alle richieste.
«L'obiettivo deve essere anche il permettere una bella estate» - «Ad oggi sono state ricevute 23.000 domande, di cui 19.000 sono state elaborate - prosegue il ministro della sanità -. L'obiettivo deve essere permettere anche una bella estate. Ma ci sono anche alcune sfide. La soluzione, quindi, dovrà essere adattata alle rispettive situazioni».
Tra le domande poste a Berset, quella riguardo la modulistica per la richiesta di aiuti, ritenuta da alcuni troppo complicata. La procedura, tuttavia, non ha subito revisioni e quindi non è stata semplificata.
Sviluppi su Lonza - Alla domanda di un giornalista su nuove informazioni riguardo all'accordo con Lonza, Berset ha sottolineato che è stato raggiunto un accordo e che la Svizzera ha deciso di investire negli impianti di produzione.
Le terrazze restano chiuse - Sulle lettere dal Ticino e dai Grigioni per la riapertura delle terrazze Berset è stato categorico: «Al momento la situazione non consente ulteriori aperture. Non possiamo semplicemente cambiare le regole sulla base di una lettera. Questo vale sia per il Canton Grigioni che per il Ticino».
La situazione resterà invariata fino a dopo Pasqua. «Il 15 aprile vogliamo incontrare i Cantoni per discutere se saranno possibili allentamenti dove la situazione è migliorata. Al momento non sembrano esserci i presupposti». Il ministro della salute cita l'aumento dei casi in Svizzera, ma assicura anche che non ci saranno inasprimenti delle misure. IL Consiglio federale confida infatti nelle vaccinazioni, in grado di far calare il numero di ricoveri in ospedale.