L'esperimento che ha portato il campione a una temperatura vicina allo zero assoluto è stato reso possibile da un laser.
Si tratta del primo passo per condurre una nuova generazione di esperimenti per studiare le caratteristiche dell'antimateria.
GINEVRA - Per la prima volta un campione di antimateria è stato congelato a una temperatura simile a quella dello spazio, vicina allo zero assoluto, a circa -270 gradi centigradi, grazie a un laser di fabbricazione canadese. Il risultato è descritto nello studio pubblicato sulla rivista "Nature", di cui si è guadagnato la copertina, dai fisici della collaborazione Alpha (Antihydrogen Laser Physics Apparatus) presso il Cern di Ginevra.
Si tratta del primo passo per condurre una nuova generazione di esperimenti finora impossibili per studiare le caratteristiche dell'antimateria, difficile da manipolare perché le particelle di antimateria, appena incontrano la loro controparte di materia, spariscono in un lampo di energia, in un processo che i fisici chiamano annichilazione.
Gli autori dello studio sono riusciti, in particolare, a raffreddare intrappolandoli, atomi di anti-idrogeno, l'immagine speculare dell'idrogeno, il più semplice e abbondante elemento dell'universo. Per farlo, hanno utilizzato il laser e la speciale trappola magnetica dell'esperimento Alpha al Cern.
Per Takamasa Momose, dell'Università canadese della Columbia Britannica, che ha guidato lo sviluppo del laser usato per imbrigliare l'antimateria, «grazie a questa tecnica potremo condurre esperimenti che ci aiuteranno a trovare una risposta ad alcuni dei misteri dell'universo legati all'antimateria, per esempio come quest'ultima risponde alla gravità. Oppure - conclude - per comprendere che fine ha fatto l'antimateria che subito dopo il Big Bang, secondo gli attuali modelli cosmologici, era presente in eguale quantità rispetto alla materia».